20 giugno 2015

Recensione: Sei il mio sole anche di notte di Amy Harmon


Trama:
Ambrose Young è bellissimo, alto, muscoloso, con lunghi capelli che gli arrivano alle spalle e uno sguardo che brucia di desiderio. Ma è davvero troppo per una come Fern Taylor.
Lui è perfetto, il classico protagonista di quei romanzi d’amore che Fern ha sempre adorato leggere. E lei sa bene di non poter essere all’altezza di un ragazzo del genere… Ma la vita a volte prende pieghe inattese. Partito per la guerra dalla piccola cittadina di provincia in cui i due giovani sono cresciuti, Ambrose tornerà trasformato dalla sua esperienza in prima linea: è sfigurato nei lineamenti e profondamente ferito nell’anima. Fern riuscirà ad amarlo anche se non è più bello come prima? Sarà in grado di conquistarlo? Saprà curarlo e ridargli la fiducia in sé?


Recensione:


Mi accingo a scrivere questa recensione con animo incerto e cuore gonfio di sentimenti contrastanti. Leggere questo libro è stato come essere colpita in pieno da uno tsunami emotivo. In alcuni frangenti ho avuto l’impressione di precipitare dentro un pozzo, senza fine e senza luce. Eppure ogni pagina, ogni parola, ogni protagonista splendeva di una luce accecante. La luce delle virtù.
Quanta bellezza, quanta sconfinata devozione!
Oltre il tempo e la misura.
Ma andiamo per ordine.
All’inizio la trama è piuttosto semplice: Fern è piccola e bruttina. Rita è bellissima. Ambrose non è solo bello; è bravo, gentile ed è adorato dalla comunità di Hanna Lake. Fern ama Ambrose. A Rita piace Ambrose. Ad Ambrose piace Rita, ma non riesce a non pensare a Fern. Bailey ama Rita, vuole a Fern un bene dell’anima e venera Ambrose, detto questo li prenderebbe volentieri tutti a pedate, se potesse…
Uno scambio di lettere e un bacio rubato, dopo il ballo della scuola (ammetto che quando l’ho letto sono rimasta con tanto d’occhi!!! La Harmon ed io abbiamo avuto la stessa idea), cambierà tutto, eppure tutto rimarrà uguale.
Gli anni passano, Fern ama sempre Ambrose che ora, però, è lontano, soldato in Afganistan. Il ragazzo non pensa più a Rita ma a Fern.
Fern non lo sa e si strugge perché si considera brutta. Mai e poi mai un ragazzo come Ambrose la noterà. A consolarla, come sempre, c’è Bailey, suo cugino, a mio avviso uno dei personaggi più belli e ben costruiti di sempre.
Questo libro vale tantissimo, per la storia, la poesia racchiusa in ogni pagina, l’evoluzione narrativa, ma, a mio avviso, ciò che fa la differenza, rispetto ad altri, è proprio la presenza di un personaggio secondario, eppure meraviglioso, come Bailey.
Ambrose tornerà dalla guerra, ma non sarà più quello di un tempo. Ora è lui che teme di non essere abbastanza bello per Fern. Ma cosa è veramente la bellezza? Cosa e perché rende “bellissima” una persona ai nostri occhi? E soprattutto, siamo sicuri che ciò che consideriamo bello lo sia davvero?

“Se Dio crea i volti di tutti noi, rideva quando ha fatto me?

É lui che crea le gambe che non possono camminare e gli occhi incapaci di vedere?
É lui che arriccia i capelli sulla mia testa perché si ribellino alla spazzola?
É lui che chiude le orecchie al sordo, per togliergli l’indipendenza? Il mio aspetto è una coincidenza o solo uno scherzo del destino?
Se lui mi ha fatto così, sbaglio a biasimarlo per cose che odio?
Per i difetti che sembrano peggiorare ogni volta che mi guardo allo specchio?
Per la bruttezza che vedo in me, per la ripugnanza e il timore.
Ci scolpisce a suo piacimento, per una ragione che non comprendo.
Se Dio crea i volti di tutti noi, rideva quando ha fatto me?”

Fern, Ambrose, Bailey sono bellissimi, splendono di una luce sublime e abbagliante e Amy Harmon ha messo insieme uno dei libri più profondi e dolcemente drammatici che abbia mai letto.
Non lo consiglio, lo raccomando con tutte le mie forze, perché leggerlo è un viaggio dentro ciò che di più bello risiede dentro l’animo umano.


Rhoma G.


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