14 gennaio 2016

#Made In Italy


Isabella è tornata a casa dal collegio e cerca di ritrovare la normalità con suo padre, la scuola, la sua passione per il teatro. Conoscere gli amici di sua madre, morta quando aveva pochi mesi, risveglia la sua curiosità verso di lei. Con fatica ricostruisce il suo vero volto dai loro racconti, dalle lettere di un'amica lontana, dallo stesso bisogno di amore e di bellezza che sente crescere dentro di sé. Ma dovrà farsi strada tra i rimorsi e i silenzi di suo padre e di tutti quelli che la circondano, attraverso momenti di rabbia e di sconforto, per trovare la sua verità su sua madre e sulla storia d'amore che ne ha segnato la vita, una storia iniziata nel 1990 con l'occupazione dell'università e col tentativo di suicidio di un amico pieno di talento ma fragile, che rimarrà ossessionato da lei e le starà accanto quando sarà lei a vedersi cadere il mondo addosso.


#Estratto

Antonio la guardò severo: "Tu non hai niente di cui pentirti. Chi te l'ha messo in testa che ti devi pentire di qualcosa, quel sant'uomo di tuo marito?" Cominciò ad ammucchiare i faretti e i cavi sparsi sul proscenio. 
"Che ti girano le palle, Anto'?" Tanto valeva essere franchi. "Ti rode perché ti ho detto che ho fatto la pace con Vincenzo?"
"No, Ilaria", rispose calmo. "Se fosse vero sarei contento per te e basta" 
"Ma è vero" 
"E allora perché non è venuto stasera? Non lo capisci che ti ha dato il suo cellulare per poterti chiamare e tenerti buona, così non lo cerchi e non ti accorgi che va dall'amante?" Si accorse che aveva alzato la voce. "Senti, scusami. Io non ti volevo dire più niente, non voglio fare lo stronzo, però non ti posso vedere così". 
Ilaria restò calma. "Antonio, mi ha detto che è finita, mi ha promesso che non la vedrà più, te l'ho detto, no?" 
Si alzarono, Antonio scosse la testa. "Sì, me l'hai detto, ma io non riesco a crederci. Tu gli credi perché vuoi che sia vero, perché lo ami...", aveva abbassato lo sguardo e la voce si era ridotta a un borbottio. Ilaria si sentiva commossa, si sentiva il cuore gonfio di cose che non poteva più dirgli e di gesti che non poteva più fare.
"Ci sei rimasto male, non è vero?" Gli mise una mano sulla spalla, lui la scostò bruscamente.
"Dai, lasciami stare, mi passerà... Mi è già passata una volta, no?" Ilaria non replicò. "Vado a mettere questa roba in macchina, ho quasi finito". Guardò la salopette che indossava. "No, magari è meglio se mi cambio, prima, sennò mi piglia un colpo per davvero". Si tirò giù le bretelle, si sfilò la maglietta e scomparve dietro le quinte, Ilaria tornò a sedersi sulla sua sedia. Sarebbe passata anche a lei, prima o poi.

Clara Cerri è nata e vive a Roma, ha studiato ebraico e lingue orientali antiche. Ha studiato musica classica e jazz e fa parte come cantante di diverse formazioni musicali. Ha pubblicato racconti sul web (per esempio sul blog Cronache Urbane) e in antologie come I piccoli e i grandi (edita dal sito genitoricrescono.it), Cocktail e Lunapark (edite da Lettere Animate), Strenne d'inchiostro (edita dal gruppo USE – Book lovers). Dodici posti dove non volevo andare (ed. Lettere Animate), il suo libro di esordio nella narrativa, ha vinto nel 2015 il I Premio letterario Amarganta. Nel gennaio 2016 ha pubblicato il suo secondo romanzo, Lettere fra l'erba (ed. Lettere Animate). Si occupa di editing, di promozione editoriale e di eventi culturali per il Circolo letterario Bel-Ami.

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