Ad Atlantide, regno fondato da Poseidone che dimora sul Monte Atlas insieme a Zeus e agli altri Dèi che vegliano da millenni sul destino degli uomini, si raccontano le vite di diversi personaggi che a un certo punto finiranno tutte con l'incrociarsi...
Una parte della storia racconta di Illìa, una bambina molto sfortunata la cui vita cambia completamente il giorno in cui incontra un uomo molto speciale: Orthros, che figlio di un mortale e di una ninfa, possiede degli speciali poteri psichici…
L'altra parte della storia invece racconta di tre fratelli greci che imbarcandosi alla ricerca di Atlantide, vivranno delle avventure oscure finché due di loro non incontreranno alcuni guerrieri di Atena che li aiuteranno. Tra loro spiccherà la figura di Perseo, il bel figlio mortale di Zeus che riuscirà a uccidere Medusa e a compiere diverse altre buone azioni.
Un saluto a tutti voi! Sono qui con la recensione di un’anteprima, parliamo di: “Anime di luce - Miracoli ad Atlantide” di Lina Giudetti un Epic Fantasy Mitologico dai tratti futuristici… sì, è una mia personale catalogazione da prendere con le dovute pinze, però a me piace moltissimo ;)
Una lettura impegnativa di sicuro, ma chi come me ama in modo viscerale la mitologia greca in questo libro troverà il suo habitat ideale anche se, come precisa l’autrice, non fedelissimo alla storia vera e propria, ma frutto di una incredibile fantasia e capacità di raccontare un’antica fiaba e renderla più che mai attuale.
Si parla di riti magici, di forza del pensiero che tutto può guarire se solo si crede in ciò che si fa. La guarigione del corpo avviene prima di tutto nella testa: io ci credo quindi posso, alla fine ce la farò.
La prima parte si apre con la storia della piccola Illìa, che perde il suo adorato padre a causa di una malattia, un padre benevolo, dedito al lavoro e alla famiglia. Una famiglia modesta che non possiede molto denaro, ma che dalla sua ha la forza dell’amore che li unisce. Quando Philon muore la bambina è devastata, cerca di non farlo notare alla madre ma è un duro fardello da portare sulle sue piccole spalle. Una notte la madre si sveglia e non trovandola nel letto va nel panico, ma grazie all’apparizione del marito defunto la donna scopre che la bambina è andata sulla tomba del padre e lì si è addormentata. La piccola quando sa che è stato il suo papà ad avvisare la madre di dove si trovasse, riesce ad aprire il suo cuore e trovare la pace nella consapevolezza che dopo la morte lo spirito rimane sempre vicino ai suoi cari, dall’alto dei cieli, dove una stella che brilla più delle altre li veglierà fino al giorno del loro ricongiungimento.
Una storia triste potreste dire, ma le mille sfaccettature che incontrerete durante la lettura vi faranno aprire gli occhi e immaginare il mondo di Atlantide come mai prima d’ora. Gli dei come: Zeus, Apollo, Poseidone, Ares, Atena, Hermes che si miscelano al vivere comune pur rimando sempre esseri superiori, affascinanti, magnifici a volte spietati. I riti magici di guarigione che vengono affidati nelle mani di mortali cui la saggezza però va oltre le ragioni dell’uomo comune, fanno di questa trama un bellissimo viaggio attorno all’Epic Fantasy d’eccellenza. La scrittura e bene articolata, perfetta nelle descrizioni, dal linguaggio consono all’epoca ma di facile comprensione. Una storia diversa da solito, che resterà impressa di sicuro a lungo nella memoria. Ho apprezzato Orthros per la forza che ha avuto a ritrovare un equilibrio dopo la morte della sua bellissima moglie Lailyta. Dopo un periodo di depressione dovuto alla perdita riesce attraverso gli Dei a scoprire quanto ancora ha da dire la vita, che la gioia e l’amore non finiscono per sempre sotto un cumulo di terra. Tutto può accadere, e non è questa la vera magia che circonda l’essere umano? Vi lascio con questo estratto che mi è piaciuto in particolare. Illìa e Orthros.
Baci!
«Beh, io sono comunque grata agli Dèi per avermi permesso di nascere e vivere con i miei genitori nella zona buona di Atlantide dove la gente non viene oppressa o tramutata in dei mostri per metà animali. Avrei però solo voluto continuare a crescere al fianco di mio padre. Vederlo ammalarsi gravemente e poi morire quando aveva ancora una vita davanti, è stato un trauma che non credo dimenticherò mai. Non meritava la morte, era un uomo buono e generoso con tutti.»
«Oh Illìa, ma vedi, non si muore perché si è crudeli o cose del genere. Si muore quando la nostra missione sulla terra termina e l'anima non ha più motivo di trattenersi.»
«Allora puoi spiegarmi come possa considerarsi conclusa la missione di mio padre se ha lasciato una moglie e una figlia piccola che avrebbero avuto ancora tanto bisogno di lui nelle loro vite? Io e mia madre certi giorni in cui il lavoro va male non abbiamo neppure nulla da mangiare, mentre quando era vivo mio padre, questo non accadeva mai.»
Orthros sospirò sembrando malinconico.
Grazie di cuore per la bellissima recensione Lisa!
RispondiElimina