27 luglio 2015

Recensione: Prigioniero di nessuno di Diana Gabaldon



Trama:
1778: la Francia dichiara Guerra all’Inghilterra, l’esercito britannico abbandona Philadelphia e, in queste circostanze, Jamie Fraser, creduto morto per annegamento, ricompare per scoprire che il suo migliore amico ha sposato sua moglie. Contemporaneamente il conte di Ellesmere scopre con orrore di essere in realtà figlio del ribelle James Fraser, e il nipote Ian vuole a tutti i costi sposare una quacchera.
Una situazione disastrosa, in cui Claire e la sorella di Jamie, Jenny, possono solo cercare di arginare i danni. L’unica nota positiva è che la figlia di Jamie e Claire, Brianna, è al sicuro con la sua famiglia nella Scozia del ventesimo secolo… Oppure no? La verità è che Brianna è alla disperata ricerca del proprio figlio, che è stato rapito da un individuo determinato a scoprire i segreti di famiglia e Roger, il marito, si è avventurato nel passato alla ricerca del ragazzo… senza sospettare che invece è nel presente che deve cercare… E adesso che Roger è fuori combattimento, il rapitore si può concentrare sul suo vero obiettivo: Brianna.


Recensione:
In realtà volevo dare solo 4 cupcake e 1/2 totali perchè non mi è piaciuto particolarmente lo stile corale che sta prendendo la storia... ma quando negli ultimi 2 capitoli mi son ritrovata lo stesso ardore che ho provato per gli altri non me la sono sentita e i cupcake sono ritornati 5...
Come affrontare adesso questa attesa di anni che si profila appena giunta a pag 519 di "Prigioniero di nessuno", semplice guardando la serie e rileggendo l'intera saga... 15 libri... 4 libri l'anno e ci si arriva alla grande... FORSE!!! 
Ormai trovare parole per descrivere cosa si prova leggendo questa saga è diventato difficile, oltre che ripetitivo e prolisso. 
La Corbaccio poi non aiuta per niente dividendo tutto a metà... questa è una cosa che non sopporto e mai sopporterò, specialmente alla luce dell'editing adottato con questi due libri. Divisi a metà per fare un lavoro più dettagliato? NO. Per guadagnarci di più? SI. Il mio non è un commento negativo alla storia di Diana Gabaldon ma al pessimo lavoro svolto dagli editori. Decine e decine di refusi, che tolgono il piacere di leggere scorrevolmente una storia, perchè ti ritrovi a correggere mentalmente oltre che rileggere tante e tante volte per trovarci un nesso logico. Male male male. 
Comunque tornando alla storia: Meravigliosa. 
Ormai la vita in America di Jami e Claire sembra aver trovato il giusto posto. Ricongiunti di nuovo TUTTI a Fraser Ridge... tutti i casini che sono successi nel corso degli ultimi due libri sono stati definitivamente (almeno per ora) rilegati in un angolo della mente, adesso si apre un nuovo capitolo della loro vita. Tutti i tasselli sono quasi tornati in ordine e mentre Claire e Jamie corrono a perdifiato verso la loro famiglia i miei sentimenti seguono quella corsa che li vedrà di nuovo riuniti e non si può far altro che piangere di gioia per questo degno finale. 
Dopo il finale amaro avuto dalla prima metà, dove ti lasciano con mille dubbi sul futuro qui invece abbiamo solo certezze... e anche se sarà dura aspettare, mi consolo col fatto che gli spoiler rilasciati saltuariamente dalla Gabaldon li vedono insieme e felici.
Mi auguro che nel prossimo ci sia più spazio al rapporto padre figlio che vede contrapposti Jamie e il giovane e furioso William... il buon sangue dei Fraser ha trovato il degno erede maschile, visto che l'intraprendenza femminile l'ha trasmessa a Brianna. 
Li voglio uniti e fiduciosi in un futuro che li vede padre e figlio. 
Il drama non manca mai nemmeno in questo capitolo... adesso riesco a capire un po' di più il titolo inglese che Diana ha dato al suo 8° lavoro: Written in My Own Heart's Blood, Scritto col sangue del mio cuore... che faccia riferimento ai personaggi a cui abbiamo detto addio durante la lettura? Ben 2 storici e 1 di conoscenza. Le 2 dipartite storiche colpiscono al cuore, perchè abbiamo imparato ad amarli nel corso dei precedenti capitoli, ed è innegabile che il cuore di chi si è affezionato a questi personaggi sanguini un po'... il primo per vecchiaia il secondo per troppa solerzia, che si è trasformata ben presto in stupidaggine. Vi ricorderò come spero faccia Diana durante i prossimi lavori. 
Se la prima parte è stata più incntrata su battaglie e scontri sanguinolenti la seconda cambia registro e va più sul personale... Jamie antepone la vita familiare a quella di guerra e per ben due volte mette in chiaro che lui è un padre di famiglia e non un soldato, forse lo era stato, ma non intende più esserlo; ed è proprio questo suo attaccamento alla famiglia che me lo fa apprezzare ancora di più. Uniche le parole che rivolge alla sua adorata Sassenach.... parole che rimangono impresse proprio per la profondità dei sentimenti espressi in fatti e parole. 
«Hai perso i tuoi genitori quando eri ancora molto giovane, mo nighean donn, e hai vagato per il mondo, senza radici. Hai amato Frank e, naturalmente, hai amato Brianna e Roger Mac e i bambini... però, Sassenach... sono io la vera casa del tuo cuore, e so di esserlo. Io ho amato altre persone, e ne amo ancora molte, Sassenach... ma soltanto tu tieni il mio cuore tra le mani. E lo sai.»

Amore immenso che continua a crescere nonostante gli anni.
Non so come Diana porrà fine a questa saga iniziata ben 20 anni fa, ma qualsiasi sia il finale mi auguro che non contempli la morte di nessuno dei due. Per me sono esseri immortali e come tali devono rimanere. 

Anto


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