09 settembre 2015

Recensione doppia: "Monster in His Eyes" e "Torture her soul" di J.M. Darhower


Ignazio Vitale non è un brav'uomo. Lo sospettai, la prima volta che lo vidi, sentendo l’aura di pericolo circondare l’uomo. Il suo modo di attirare l’attenzione, di prendere il controllo, di sapere ciò che penso persino prima che io lo faccia. E’ allarmante e seducente. E’ oscuro e mortale. E’ tutto ciò che ho sempre desiderato, ma l’ultima cosa di cui ho davvero bisogno. Ossessione.

Non è servito molto tempo perché mi attirasse nella sua ragnatela, richiamandomi nel suo letto e intrappolandomi nella sua vita, una vita di cui non conoscevo nulla fino a quando non è stato troppo tardi. Aveva dei segreti, segreti che non potevo afferrare, segreti che facevano in modo che io non potessi andare via, non importava quanto lo supplicassi di lasciarmi andare. Qualche volta lo vedo nei suoi occhi, un’oscurità sia terrificante che emozionante. E’ un mostro, avvolto in una gradevole confezione, e ciò che ho trovato quando l’ho smascherato ha cambiato ogni cosa. Voglio odiarlo. Talvolta lo faccio. Ma questo non mi impedisce anche di amarlo.


Non dirlo a meno che tu non lo voglia.. E’ un concetto semplice, ciò che ho detto più e più volte, ma alcune persone sembrano non comprenderlo. Devi scegliere ogni sillaba con cura, perché non sai mai come qualcuno interpreterà le tue parole.
Qualcuno tipo me. Non sono un brav'uomo. Non lo sono. Lo so. Ho abbastanza buio dentro di me da eliminare qualsiasi punto di luce nel mondo. Ma ce n’è una a cui non potrei mai fare del male, una luce che non potrei mai spegnere. Karissa. Lei pensa che io sia un mostro, e forse lo sono. La provoco col mio tocco, provo un brivido nel torturare la sua anima. Ma non sono il solo. Il mondo è pieno di mostri, e non sono il più pericoloso là fuori. Neanche lontanamente vicino… Dio mi aiuti, io la amo. E Dio aiuti chiunque provi a portarmela via....


Sono entrata nel tunnel del Dark Romance, l’ho arredato e l’ho fatto diventare un loft, ho stipato in esso tutti i personaggi che oramai popolano questo genere e devo ammettere che la mia è una sorta di ossessione.
La Darhower, è sconosciuta nel nostro Paese forse vi arriverà quando io sarò una settantenne miope e con una puntina di Alzheimer. Ma veniamo a noi..
“Monster in his eyes”, fa parte di una duologia: il primo libro porta il titolo della serie omonima ed è narrato dal POV di Karissa, il secondo libro “Torture her soul”, narra la storia dal POV di Ignazio, il mostro, appunto.
I personaggi dunque sono due? No, sono tre e insieme capiremo il perché.
Karissa è giovane, ingenua e sprovveduta e si affaccia al mondo con gli occhi della ragazza desiderosa di scoprire e affamata di vita. 
Ignazio e Naz: lo stesso corpo ma la mente e l’anima divise in due da una personalità contrastante. Dr. Jekyll e Mr. Hyde, per intenderci, il Sole e la Luna, una dicotomia terrificante ma non per questo meno attraente.


Naz è il principe azzurro, conquista Karissa con le sue premure, la fa sentire unica, importante, desiderata, è il ragazzo modello, il primo amore che tutte noi vorremmo.
Ma di fiabesco c’è ben poco perché Ignazio affiora in superficie, sul pelo libero della coscienza, è quello pericoloso, lui, spietato, è l’assassino senza cuore, freddo, colui che cerca la vendetta e non ha alcuna remora ad attuarla. Karissa è il mezzo, è “il fine che giustifica i mezzi”.
E di Machiavelli non ci sono solamente le meravigliose citazioni che Ignazio/Naz snocciola con grande nonchalance ad una sempre meno ingenua Karissa, egli fa de “Il Principe, la propria filosofia di vita, il proprio Credo.
Nonostante Karissa cada “come una pera cotta” ai suoi piedi, intuisce di avere dinnanzi a sé due persone, due uomini che sono uno l’opposto dell’altro, con i quali dovrà,suo malgrado, fare i conti. 
Amore profondo e odio viscerale: sono questi i due aspetti che caratterizzano entrambe le storie. 
Nel secondo libro, “Torture her soul”, è Ignazio stesso a farci comprendere le ragioni che lo spingono ad essere un mostro, ad avere l’inverno nel cuore. Vengono chiariti molti aspetti della sua personalità ombrosa, pericolosa ma tanto, tanto affascinante.
Mi sono chiesta spesso, mentre leggevo, fino a che punto si può amare qualcuno per accettare, e quasi giustificare, le brutalità che egli compie?
“L’amore potrebbe essere la risposta giusta” vi verrà da pensare, se siete delle inguaribili romantiche.
Ebbene, no. L’equazione non sempre comporta una soluzione razionale e logica.
Tornando a Machiavelli, il fine allora giustifica i mezzi? 
Probabilmente no, ma aiuta a comprendere la vendetta, l’onta che va lavata col sangue anche a costo di far violenza a chi amiamo più della nostra vita. La vendetta ha come matrice la disperazione. 
Ho apprezzato molto il fatto che l’autrice non abbia in alcun modo cercato di riabilitare Ignazio/Naz, l’ha mostrato e depauperato di qualsiasi giustificazione, mostrandolo semplicemente come un essere umano con pregi e difetti.
Ha evidenziato l’abisso profondo del dolore di un uomo spinto ai limiti della follia.
Karissa è combattuta tra sentimenti contrastanti: odiare il carnefice o amare il “Prince Charming” che l’ha fatta innamorare? 
Perdonare un uomo come Ignazio francamente non è facile, ma tralasciando la razionalità posso dire col cuore che è un uomo che ha guardato in faccia la sofferenza, la morte e la devastazione e ha trovato come unico appiglio nel sopravvivere la vendetta. 


Ha tuttavia “fatto i conti senza l’oste”, che gli presenterà un conto salato per mano di una donna: Karissa. Ed egli salderà ogni debito sacrificando i capisaldi della sua vuota esistenza. Potremmo trovare infinite morali in questi due libri, Ignazio si odia, Naz si ama, ma alla fine entrambi sono complementari. Penso che in ciascuno di noi conviva un po’ di Ignazio, che si vede costretto dagli eventi a lottare e difendere coloro che ha amato, ed è per questo che l’ho riabilitato e ho compreso, ma non giustificato le sue azioni.

Miss V


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