21 settembre 2015

Recensione: "Non aver paura di innamorarti " di Renèe Carlino



Mia Kelly pensa di aver avuto tutto dalla vita. Si è laureata in uno dei college più prestigiosi d’America, sa suonare il pianoforte come una concertista classica, è l’adorata figlia di una madre affettuosa e di un padre anticonformista. Eppure ancora non sa cosa fare di preciso dopo la laurea, indecisa tra mettere a frutto il suo titolo di studio in economia o dedicarsi alla musica, la sua vera passione.

Ma quando suo padre muore improvvisamente, Mia prende in mano le redini della propria vita: si trasferisce a New York e rileva l’attività della sua famiglia, un locale che è un’istituzione del quartiere, dove si ritrovano musicisti e artisti vari e dove conosce Will, un bellissimo chitarrista che sconvolge la sua routine. Il ragazzo, infatti, fa di tutto per starle vicino fino a diventare prima suo amico e poi il suo coinquilino. Nonostante le attenzioni di Will, Mia tiene a freno i suoi sentimenti, fino a quando…



Vi succede di partire con mille buone intenzioni per un romanzo senza un motivo apparente? A me è successo così, ma naturalmente le aspettative erano troppe.
Dopo la morte del genitore, Mia ha deciso di trasferirsi definitivamente a New York per continuare l’attività di famiglia e occuparsi a tempo pieno del Kell’s. Durante il trasferimento sull’aereo fa un incontro che le cambierà per sempre la vita. Il suo compagno di viaggio è Will, un bel musicista: è un tipo strano, ma molto simpatico, carino e con uno spiccato senso dell’umorismo. Anche lui è diretto a New York come Mia. Quando arrivano a destinazione, però, le loro strade si separano, solo per poco, perché il destino li farà rincontrare. Mia è alla ricerca di un coinquilino e, quando Will si presenta davanti alla sua porta interessato, non può di certo mandarlo via. Chi non vorrebbe avere un coinquilino come Will, un musicista stra-figo e super sexy?  Le sue battute mi hanno fatto morire dal ridere...


Mia è un'eterna indecisa  che impiega un'eternità per decidere se fare qualcosa o no. Peccato poi che, quando finalmente Mia prende una decisione, sia sempre quella sbagliata.
 A 25 anni si è abbastanza grandi per addossarsi le proprie responsabilità, senza poi cadere nell'autocommiserazione quando si sbaglia. Potrei anche essere ingiusta, perché in effetti Mia non l'ho mai capita, ma non mi è piaciuto questo suo modo di fare, il pensiero fisso che si meriti qualcosa di più di un musicista squattrinato, perché quello non è il suo destino. Sembra quasi che sia l'unica a soffrire in questo mondo. È vero, ha sofferto e soffre, però non è nemmeno una giustificazione per fare errori su errori. Anche alla fine, quando tra lei e Will sembrava tutto risolto, parla troppo (e male) e rovina tutto.
Dopo trecento pagine dovrebbe averla imparata la lezione, no? Questo tira e molla, gli attacchi di gelosia che non si poteva nemmeno permettere perché è la prima a comportarsi male e tacere la verità, i suoi continui sbagli pur di non ammettere la fortuna che ha avuto nel trovare una persona come Will, me l'hanno fatta quasi odiare. Will non se lo merita. L'ho anche inserito tra i book boy-friend perché non è facile trovare ragazzi come lui, pronti a rinunciare a tutto per amore.
Will è un ragazzo normale (finalmente), dolce e sensibile, che capisce Mia più di quanto ammetta lei stessa e fatemi dire che l'ha aspettata anche troppo, perché se fosse stato il mondo reale adesso Mia si sarebbe ritrovata con un pugno di mosche.


Lo stile della Carlino non mi dice molto, non capisco perché allungare il brodo raccontando dettagli inutili, rallentando ancora di più la storia. Che mi frega di quello che fa giorno per giorno Mia, se non succede niente di interessante? È una storia che, resa meglio, avrebbe potuto trasmettere molto di più. E per fortuna c'era Will.

Kanary



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