04 novembre 2015

Recensione: "Ogni giorno come fossi bambina" di Michela Tilli


I lunghi capelli di Argentina, un tempo corvini, ormai sono percorsi da fili argentei, ma i suoi occhi non hanno smesso di brillare. Perché Argentina, a ottant'anni, si sveglia ancora come fosse bambina. Ogni mattina attende con ansia quella sorpresa che le cambierà la giornata. Quella sorpresa che nasconde un segreto da non rivelare a nessuno. A scoprirlo è Arianna, che a sedici anni si sente goffa e insicura. È felice solo quando è circondata dai libri. Le loro pagine la portano lontana dai suoi genitori e dai compagni di scuola che non la capiscono. Essere costretta a fare compagnia ad Argentina è l'ultima cosa che avrebbe voluto.
Ma quando Arianna fa luce sul mistero di quelle lettere che riescono a portare un sorriso sul viso della donna, tutto cambia. Qualcosa di forte inizia a unirle. Perché quelle righe custodiscono una storia e un ricordo d'amore. La storia di Argentina, ancora ragazza, e di Rocco che con un solo sguardo è stato capace di leggerle l'anima. La storia di un sentimento cresciuto sulle note di una poesia tra i viottoli e gli scorci di un piccolo paese. Un paese in cui Argentina non è più tornata. Ma Arianna è lì per darle il coraggio di affrontare un viaggio che la donna desidera fare da molto tempo. Un viaggio in cui scoprono che il cuore non smette mai di sognare, anche quando è solcato da rughe profonde. Un viaggio in cui scoprono che niente è impossibile, se lo si vuole davvero. Michela Tilli ha scritto un romanzo indimenticabile, con una penna unica, intensa, incisiva. Ogni giorno come fossi bambina è un fenomeno editoriale che ha conquistato la critica, i librai e gli editori internazionali. La storia di due donne che appartengono a generazioni diverse e di un legame che supera tutte le barriere. Perché ci sono dei linguaggi che non hanno età né tempo, come quello dell'amore, dell'amicizia e dei ricordi. Perché in fondo non è mai troppo tardi per inseguire i propri desideri.





“È tra gli occhi e ciò che guardano che si annida la bellezza.”
All'inizio pensavo fosse la tipica storia della ragazza con problemi adolescenziali, ma sono contenta di essermi sbagliata.
Vediamo la protagonista Arianna che dopo una bocciatura a scuola, si chiude in se stessa e in casa. Sta sempre con il suo pigiamone rosa e incollata al pc, stringendo amicizie virtuali e non reali, questo a mio parere rispecchia molto quello che succede oggi e sono contenta che l'autrice mette in risalto questo tipo di problema.
Un giorno sua madre si presenta a lei comunicandole che dovrà badare ad Argentina, la madre novantenne del suo capo.
Ad Arianna questa cosa proprio non va giù, una ragazza della sua età non può fare da badante ad una vecchietta, nella sua testa trova più contro che pro.
Quello che abbiamo davanti sono due figure femminili di grande spessore, Arianna una sedicenne insicura e chiusa, e Argentina che nei suoi ottant'anni la vediamo come una giovane ragazza che "s'incanta" a viaggiare lontano dal presente, per poi avvolgersi nei ricordi di ciò che è stato.
Il passato è così presente in lei che anche il lettore ne sente l’intensità, è addirittura palpabile per certi versi e suggestivo per il mistero che vi è avvolto. Ogni mattina Argentina attende con ansia quella sorpresa che le cambierà la giornata. In quella sorpresa, c’è un segreto solo suo, da non rivelare a nessuno.
Stando con Argentina, Arianna trova il modo di crescere e supera la sua difficoltà maggiore ovvero l'insicurezza che non le permette si sentire bene con se stessa e con il suo aspetto. Ma la bellezza e la fiducia in se stessi, come le insegnerà Argentina, derivano da cose più profonde e non solo dall'apparenza.
Questa si rivela essere l'esperienza più bella per Arianna, perché il loro rapporto si sta evolvendo nel migliore dei modi e in un modo inaspettato.
Si aiuteranno a vicenda, poiché ci sono linguaggi che non hanno né tempo né età. Nonostante il forte divario generazionale che le separa, Arianna e Argentina diventano autentiche amiche. Ad unirle, oltre la forte amicizia, c’è quel segreto, un qualcosa che Argentina ha tenuto per se per più di mezzo secolo, ma che Arianna è riuscita a riportare a galla, insieme a tutti quei sentimenti che ne hanno cementato l’immobilità. Arianna è lì per assisterla, ma anche per darle il coraggio di affrontare un viaggio che la donna desidera fare da troppo tempo, senza averne mai avuto il coraggio. Durante quel faticoso viaggio, si scopre che il cuore, a dispetto dell’età anagrafica, non smette mai di sognare, anche quando è solcato dalle rughe profonde incise dagli anni.
Ho chiesto espressamente questo libro, perché in primis mi ha attirato la cover del libro, ne sono rimasta incantata. Poi ho letto la trama ed anche quella non mi ha deluso .
Affrontare il tema dell'amicizia mettendo due generazioni a confronto è davvero geniale, e Michela Tilli ha saputo bilanciare benissimo i personaggi.
Lo stile di scrittura del romanzo risulta scorrevole e lineare, tende a portare per mano il lettore e lo fa proiettare all'interno del romanzo e forse a prendere il posto di uno dei personaggi. L'autrice fa vivere i personaggi attraverso la storia e attraverso gli occhi del lettore, almeno a me ha fatto questo effetto. Coinvolge in tutto e per tutto.
Grazie alla Garzanti per avermi permesso di leggere questo meraviglioso libro.







Benvenuta a Sogni di Marzapane, lo staff e i nostri Dreamers ringraziano per la tua disponibilità.

Come sono nati i personaggi del tuo romanzo?

Argentina è arrivata per prima. Volevo scrivere da tempo un romanzo che avesse al centro il mistero di una donna anziana che riceve strane lettere d'amore, strane perché provengono da una passione di gioventù, lasciata al paese natio dove non è più tornata. Pian piano la figura di Argentina prendeva forma, un po' somigliante a mia nonna, un po' simile a certe signore che incontravo ai giardini dove portavo i miei figli a giocare. Ma l'idea se ne stava ferma, perché mancava qualcosa. E alla fine è arrivata Arianna, la giovane aiutante, che si è imposta subito come narratrice e protagonista della storia. Inutile dire che con lei sento una profonda affinità.


Mentre scrivevi ci sono state canzoni particolari che ti hanno aiutata nel percorso di stesura?

No, mi piace scrivere nel silenzio più assoluto, non amo avere gente intorno e nemmeno ascoltare musica mentre scrivo. Ci sono dei brani che ascolto e che mi aiutano a immaginare i personaggi, ma si tratta di una fase diversa dalla scrittura vera e propria. Per immaginarmi Arianna ho ascoltato molto Mika, che mi incanta per la bellezza che emana in ogni cosa che fa e dice. Però mi incuriosisce il fatto che molti scrittori usino la musica di sottofondo per lavorare. Un giorno proverò anch'io, chissà che effetto mi farà.


Di solito da dove trai l'ispirazione per i tuoi romanzi?

Il nucleo di un romanzo è sempre una piccola idea, come quella delle lettere. E dove nascano queste idee proprio non lo so. Ogni volta che qualcosa mi colpisce, sui giornali, in un libro o per la strada, prendo nota su un quadernino. Però non sempre in quegli appunti sono riconoscibili le idee che un giorno spuntano come dal nulla e pretendono di essere sviluppate.


Argentina e Arianna due generazioni a confronto. Pensi che al giorno d'oggi, un'adolescente e una signora di una certa età possa instaurarsi un tipo d'amicizia come descritta sul libro?

Assolutamente sì! Anzi, credo che la differenza d'età faciliti molto la comprensione e l'avvicinamento, un po' come succede tra nonni e nipoti che spesso creano legami fortissimi quasi alleandosi contro i genitori. Anche Arianna e Argentina hanno qualche difficoltà in più con le persone più vicine, la mamma per Arianna e la figlia per Argentina, mentre tra di loro si sentono libere di comunicare e condividere un'esperienza forte come scappare di casa.


Quanto di te hai messo nei tuoi protagonisti?

C'è sempre qualcosa di me sparso in tutti i personaggi, mischiato a qualcosa di totalmente diverso per confondere le acque. A dire la verità, spesso non me ne rendo nemmeno conto. Però desidero che i miei personaggi siano autonomi, camminino sulle proprie gambe e non dipendano da me in nessun modo. In fondo, meno mi assomigliano meglio è.

Hai per noi qualche anteprima sui tuoi prossimi lavori?

Sto scrivendo un romanzo su due famiglie che rompono i rapporti in seguito a una tragedia che colpisce una di esse. Al centro ci sarà ancora un'adolescente, ma soprattutto le paure di una madre e una storia d'amore difficile. Inoltre, sto scrivendo un testo per il teatro, che è la mia altra grande passione dopo il romanzo. Cerco di avere sempre più progetti aperti contemporaneamente, forse per paura del vuoto che si crea quando un libro esce, e se ne va di casa come un figlio, o quando uno spettacolo debutta e il mio lavoro di autrice fianco a fianco con attore e regista finisce. O forse perché non posso proprio farne a meno.

Michela grazie per aver condiviso con noi questa piccola parte di te. Sei davvero disponibile e noi ti auguriamo il meglio.



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