10 aprile 2016

Recensione: Mezzo vampiro di Belinda Laj



Julian Laurent non è come gli altri vampiri: lui non ha ricevuto il marchio dal Signore degli Immortali. Per questo motivo la sua permanenza all’interno della Damned Academy non sarà facile; oltre a dover affrontare il disprezzo di vampiri, angeli, demoni e mezzosangue, dovrà vedersela con Mia, una ex ragazza di cui non ricorda nulla. Julian crede che tutti i suoi problemi si riducano a questo, ma presto capirà che in gioco c’è molto di più. I trasformati gli danno la caccia per ucciderlo, e un pericoloso potere che nessuno dovrebbe avere sta crescendo dentro di lui. Grazie a Ray, un altro vampiro, scoprirà cosa è realmente il marchio: uno strumento con cui il loro Signore, Blake, tiene in proprio potere gli immortali. Liberare gli studenti dall’influenza del marchio non sarà affatto semplice, anche perché Julian crede di essere legato a Blake da un filo invisibile, e la realtà è peggio di quanto possa immaginare.



Con questo romanzo sono entrata nel mio mondo fantasy, nel mio universo fatto di essere speciali e inclini all'ira anche se una mosca osa ronzare senza il loro permesso. Lo so, sono un po’ strana…
Oggi parliamo del romanzo fantasy dalle sfumature Dark di Belinda Laj, Mezzo Vampiro.
La trama si snoda intorno alla figura di Julian Laurent, un ragazzo all'apparenza come tanti che dopo anni trascorsi nel credere di essere un semplice mortale si scopre vampiro, anzi, mezzo vampiro. Tutto questo però ha distrutto la sua vita negli ultimi tre anni, confinandolo in casa per via delle atroci sofferenze che la trasformazione ha portato con sé. 

Quando un immortale affronta la
sua trasformazione perde del tutto
la sua mortalità, diventa un
vampiro, angelo o demone e vivrà
per sempre…

Anni in cui pensava di essere malato gravemente, un male umano incurabile, non era a conoscenza che quella sarebbe stata solo la sua transizione verso la vita eterna, il passaggio da un mondo ordinario a uno straordinario, cupo, ricco di fascino e di mistero. Ma questo non sortisce un effetto strabiliante su Julian. Il ragazzo è troppo amareggiato, rabbioso, duro nei confronti di quella vita che gli ha riservato solo dolore. Infatti, quando si ritrova, senza sapere come ci fosse arrivato, in una sorta di accademia per ragazzi speciali, Damned Academy, l’impatto con la nuova vita è a dir poco traumatico. Julian si sente un estraneo, un reietto che non sa quale sia il proprio posto in mezzo a quel deliro di onnipotenza. I ragazzi che lo circondano, allievi dell’accademia, sono divisi tra: demoni, angeli e vampiri. Le materie di studio non sono altro che un insegnamento di cosa loro siano in realtà e di come difendersi dal pericolo che tutto sommato sarà una costante nella loro nuova esistenza. Tra loro il vampiro Hunter è il primo che tenta di fare amicizia con Julian, ma non sarà facile, l’atteggiamento del nuovo arrivato è tutt’altro che amichevole. 
Bene, fin qui tutto è filato liscio, la trama c’è e le idee sono buone, ma… Mmm… lo sentivate arrivare il ma, vero?Il racconto in terza persona, focalizzato unicamente sullo stato d’animo di un personaggio, non mi coinvolge molto. Attenzione, non è un modo errato di impostare una trama, anzi, molti autori famosi ricorrono a questo stile di narrazione, ma io la trovo un tantino limitata. Se l’autore non ci fa sapere, non ci fa entrare nello stato d’animo degli altri personaggi che fanno da contorno e che reggono la scena, meglio usare la prima persona, così siamo sicuri del fatto di vedere tutto unicamente con gli occhi del protagonista: sensazioni, azioni. 
Sono, ahimè, una fan della terza persona con narratore onnisciente, ho bisogno di sentire le emozioni di tutti i personaggi che trainano la trama.Il non percepire lo stato d’animo, il pensiero, o assistere a una discussione in privato con il suo fidato Audley, del misterioso e ambiguo vampiro puro sangue e Signore del castello Blake Night, mi ha tenuto in disparte non permettendomi di vivere e calcare il mondo della Damned Academy. Anche perché la presenza sulla scena di Blake Night è fondamentale, essenziale direi. 

Blake trasudava eleganza da
tutti i pori, era impossibile non
notarlo o non rimanerne colpiti. La
sua bellezza avrebbe tolto il fiato a
chiunque, mortali e immortali.

Ecco perché forse, in questo caso, la prima persona sarebbe stata la scelta migliore, questo sempre secondo il mio modesto punto di vista, punto di vista di una lettrice cui piace avere tutto sotto controllo, tutto sotto gli occhi. 
E anche il fatto che sia stato rimarcato troppe volte il caratteraccio, al limite della maleducazione, di Julian verso pure chi gli tende una mano, me lo ha reso un po’ antipatico e piagnucolone. Purtroppo non l’eroe o l’antieroe che mi aspettavo. 
Consiglio questa lettura a tutti gli amanti dei Signori con le zanne, che immaginano un mondo popolato da creature della notte un po’ troppo strafottenti ma dall'indole diabolica che è un marchio indelebile per un romanzo sui vampiri che si rispetti. 
Alla prossima! 










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