17 luglio 2016

Recensione “L’ultima estate a Chelsea Beach” di Pam Jenoff


Nell'estate del 1941 Adelia Monforte, giovane ebrea, raggiunge l'America da Trieste per garantirsi quella sicurezza che l'Europa non può più darle. Accolta dagli zii, trascorre un'indimenticabile estate sulle coste del New Jersey insieme ai vicini di casa, la famiglia irlandese dei Connally. I quattro ragazzi Connally e la loro madre riescono a trasmetterle un calore e un affetto che Addie non pensava che avrebbe più provato. E se Liam, Jack e il piccolo Robbie diventano per lei amici fraterni, per Charlie, il maggiore, avverte fin da subito un sentimento più profondo. Quando è con lui i colori sono più vividi, il sole più caldo, il profumo dell'oceano più intenso e Addie vorrebbe che l'estate non finisse mai. Ma i venti di guerra soffiano impetuosi anche attraverso l'Atlantico e la spensierata adolescenza termina bruscamente in un giorno d'autunno quando un'insensata tragedia porta via il piccolo Robbie e tutti i sogni di Charlie e Addie. Per sfuggire all'infelicità a alla solitudine lei parte prima per Washington e poi per una Londra ferita dai bombardamenti e qui, come collaboratrice del Washington Post, comincia a trovare la sua strada. Il passato però non l'abbandona mai, è qualcosa con cui deve fare i conti, e forse la risposta ultima si trova su una spiaggia battuta dalle onde, nell'unico luogo che l'ha vista davvero felice.





Salve a tutti! Oggi per voi una nuova recensione, il romance “L’ultima estate a Chelsea Beach” di Pam Jenoff.

La storia è ambientata agli inizi della seconda guerra mondiale, quando l’orrore ancora era mascherato da tiepidi venti di un conflitto cui in molti non credevano.

Trieste: una coppia di genitori, attivisti contro il regime italo/tedesco, affida al fato la sola possibilità di salvezza della loro unica figlia. Una notte la giovane diciassettenne Adelia Monforte, di origini ebraiche, è svegliata dalla madre che la trascina scalza fuori di casa, portandola a una nave pronta a salpare per le Americhe. Una corsa contro il tempo con il cuore in gola per arrivare alla banchina del porto affollata di gente in cerca di salvezza. La donna ha solo il tempo di abbracciarla e rassicurarla sul fatto che presto lei e il padre l’avrebbero raggiunta. Le dona le sue di scarpe che, anche se troppo grandi,Adelia deve mettere per forza di cose, e queste le conserverà negli anni come il ricordo più prezioso. Un saluto straziante, quanto può’ essere solo la pena di un genitore che deve separarsi dal figlio per salvargli la vita. La speranza di saperla al sicuro, lontano da ciò che sta per accadere in un’Italia ormai sotto assedio, ricaccia indietro le lacrime della donna che si mostra fredda e distaccata. La traversata è estenuante per Adelia, settimane trascorse in mare per raggiungere una terra estranea, affidarsi alle cure di alcuni zii paterni che si sono offerti di ospitarla. Grazie al fatto che sua madre aveva insistito che studiasse altre lingue, per Adelia inserirsi nella nuova terra fu un po’ meno difficile. Ma il sentirsi sempre e comunque una straniera, di giorno in giorno diventa un fardello che la spinge a isolarsi; le mancano i genitori, i soli affetti cui ha veramente bisogno. Il terrore di non rivederli mai più è sempre presente nei pensieri e nei sogni che costellano le sue notti. Gli zii tentano in tutti i modi di alleviarle le pene, ma Adelia non è certo tipo da lamentarsi,lei conosce sulla propria pelle il significato della parola, sacrificio.
Come ogni estate gli zii affittarono una casa in riva al mare, la ragazza sembrò tornare a nuova vita, il posto è un paradiso e poco dopo, nella villetta accanto,arriva un’altra famiglia a vivacizzare le sue giornate. Adelia, se in un primo momento la timidezza la frena, conosciuti i quattro fratelli membri della famiglia Connally: Charlie, Liam, Jack e il piccolo Robbie,riesce a conquistarli grazie proprio alla sua dolcezza e bellezza d’animo. Anche la madre di questi, la signora Doris, non puo’ che affezionarsi subito alla bella ragazza dallo sguardo sperduto.
E da qui che ha inizio la storia di Adelia Monforte, soprannominata Addie dai nuovi amici. La scoperta del primo batticuore per il bellissimo e aitante Charlie, di un anno più grande, e l’amicizia con i fratelli Connelly rendono quell’estate indimenticabile.


“Charlie abbassò il viso e prima che capissi quello che stava per succedere le sue labbra incontrarono le mie, mandando piccole scariche d’elettricità nel mio corpo. Un attimo dopo lui si tirò indietro: «Non avrei dovuto farlo.»


Estate indimenticabile fino a quando l’entrata in guerra dell’America porta un anno dopo Charlie ad arruolarsi, facendo piombare nel baratro la vita di Addie. Una tragedia immane poi, che colpisce i Connelly, mette fine a ogni sogno romantico e costringe la ragazza ad allontanarsi dalla casa degli zii e trovare lavoro a Washington come traduttrice presso giornale. Le promesse di amore eterno di Charlie finiscono inghiottite dal dolore e da un conflitto che, anche se combattuto a migliaia di chilometri di distanza, si ritorce in modo violento sulle loro giovani vite. Ma Addie ha una forza d’animo incredibile e dopo un paio d’anni riesce a farsi trasferire come collaboratrice del giornale americano in una Londra ferita dai bombardamenti. Vuole tornare in Europa, scoprire che fine hanno fatto i suoi genitori e guardare da vicino lo scempio di quella guerra ormai in piena evoluzione.

In una Londra sotto assedio, la sorte vuole che Addie e Charlie si rincontrino, e ritrovino il loro amore sopito dalla lontananza. Ma l’amore che tutto può esiste veramente? Un sentimento, anche se forte e profondo, riesce sempre a cancellare gli sbagli del passato? Renderli un po’meno dolorosi? Questo Addie lo capirà solo alla fine della guerra, quando il destino traccia sulla sua strada un nuovo percorso, una nuova speranza, una nuova vita…


«Ti amo.» dissi tutto d’un fiato. Un abisso parve aprirsi tra noi, minacciando di ingoiarmi. Dovevo fare marcia indietro? No, non avrei negato la verità. «Ti amo» ripetei, alzando il mento e guardandolo dritto negli occhi. Era come mi fossi buttata nel vuoto senza una rete di protezione…”


Bene, questa è stata una lettura davvero sorprendente, da un inizio un po’ in sordina, la trama si è accesa di colpo, passando dal: “Okay, speriamo si vivacizzi” al “Wow! Questo finale proprio non me lo aspettavo!”Infatti, questo è il mio interesse più curioso quando leggo un libro, intuire già dopo la metà di un romanzo il “The End”. Mi riesce spesso o quasi, perché leggo con attenzione entrando nel contesto narrativo, vivendo con i protagonisti tutte le vicende. L’autrice ha saputo dosare gli indizi in modo superbo, ha dislocato qua e là nella trama alcuni elementi fondamentali che portano a questo finale dolce amaro ma che soddisfa ogni animo romantico.

Consiglio questo libro a tutti cuori in cerca di una storia tenera, intensa, dal retrogusto amaro. No, la guerra non è la prerogativa di questo romanzo, è vissuta ai margini dei sentimenti, come cornice di una trama dove l’amore e la forza dell’animo umano vincono sulla crudeltà e sulla morte.
Alla prossima!









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