15 giugno 2017

*RECENSIONE* "Tutta colpa del mare (e anche un po' di un mojito)" di Chiara Parenti



Il romanzo rivelazione della rete in una nuova travolgente edizione
La vita di Maia Marini procede a vele spiegate verso la felicità: un fidanzato di ottima famiglia, un lavoro presso una delle più rinomate agenzie di comunicazione di Milano, tre amiche splendide con cui trascorrere il weekend per festeggiare l’addio al nubilato di Diana, la futura cognata. Peccato che la meta prescelta sia la Versilia: è lì che Maia ha passato le vacanze fino all’estate dei 16 anni e sempre lì ha lasciato il cuore… e Marco, il suo primo amore. Dopo un venerdì sera a base di mojito, Maia riapre gli occhi con un gran mal di testa, Marco steso a letto accanto a lei, e un completo blackout sugli eventi che li hanno portati lì. In compenso, però, a sapere tutto sono i suoi 768 amici di Facebook. Cercando di ricucire una situazione compromettente, Maia si troverà a porsi una domanda fondamentale: e se invece che la fine di tutto, fosse solo un nuovo inizio?









Buon pomeriggio carissimi Dreamers,
Ho in serbo per voi 3 letture tutte Made in Italy; intanto inizio col parlarvi della riedizione in versione cartacea di "Tutta colpa del mare (e anche un po' di un mojito)" della nostra talentuosissima Chiara Parenti.
Avevo già letto e recensito per questo blog la versione digitale nella collana "You Feel" uscita ben 3 anni fa, ma adesso possiamo stringere tra le mani un vero e proprio libro che profuma di carta e che ha tanti bei capitolini in più, quasi il doppio.

F Yeah Oops

Voi ricordate di cosa parlava?
Volete che vi rispolveri un po' la memoria?
Ok.


Maia Marini ha 32 anni, un fidanzato che ama, un lavoro che le impegna quasi tutta la giornata e 3 migliori amiche con le quali passerà un fine settimana per festeggiare l'addio al nubilato di Diana, sua futura cognata, insomma agli occhi del mondo ha una vita perfetta.
Nessuno però conosce la vera Maia: quella che a diciassette anni cantava in una band, passava le giornate in riva al mare della Versilia, prendeva la vita di petto e amava follemente Marco.
Nessuno la conosce perchè quella ragazza non esiste più, è sparita quindici anni prima dopo aver subito una delusione d'amore e il tradimento di una vecchia amicizia.
Ma il destino a volte gioca dei brutti scherzi e l'auto guidata da Diana è proprio diretta nell'ultimo posto in cui Maia vuole essere: La Versilia.
La sera della festa poi, tutti i suoi incubi prendono vita: Marco e tutti gli altri ragazzi che l'hanno accompagnata in quell'estate di quindici anni prima si materializzano davanti a lei e passato e presente si mescolano in un centrifugato di mojito, cocktail alcolici e follia... tanta, insana follia.
Il risveglio, se possibile, appare ancora più pazzo: Marco è accanto a lei nel letto di sua suocera, la casa che li ospita sembra aver subito un attacco di guerra e cosa più folle l'anello del suo fidanzato non è al suo dito....
Per Maia è la fine di tutto, non ricorda nulla della serata appena trascorsa, non sa bene cosa ha fatto: ha tradito il fidanzato? Ha compromesso il suo futuro lavorativo? E cosa più importante ha davvero posto fine alla sua vita o ha dato l'imput ad un nuovo inizio?


Sono passati 3 anni dalla prima lettura di "Tutta colpa del mare...." e ricordo che lo lessi dopo Tata Katie e rimasi delusa. Diedi 4 stelline perchè mi ero comunque divertita a leggere le peripezie di un'astemia che, per superare l'incontro col suo primo amore, si strafoga di mojito.
Ma c'era qualcosa che mi lasciava perplessa, mancavano tasselli che rendevano incompleto il quadro perfetto.
La storia è una delle più classiche storie d'amore con il lieto fine che aspetti e che brami arrivi prima o poi. Un amore adolescenziale che combatte contro le prime avversità della vita e cerca di sopravvivere nonostante tutto gli remi contro.
Queste sono le storie che adoro leggere, amori che finiscono e che covano sotto le ceneri per poi rinfocolarsi e riaccendersi in un fuoco mai sopito del tutto.
Ed è stato come leggerla per la prima volta, stavolta senza nulla a fare da paragone.
Ci sono tante aggiunte, tanti piccoli extra che rendono la storia finalmente completa.
Quel famoso quadro perfetto ha trovato i tasselli mancanti e ha fatto recuperare quello che mi mancava dalla precedente lettura.


Sono anche cosciente che essendo un racconto breve, proprio come un "You Feel" deve essere, la storia richiedeva quel determinato discioglimento, ma voi sapete quanto io sia loquace nel parlare e questa mia caratteristica si sposta anche nella lettura, starei ore e ore a leggere di drammi che poi trovano la giusta risoluzione, di amori persi e poi ritrovati e stavolta credo di aver trovato pane per i miei denti, tanto che stanotte sono andata a letto alle 3 proprio perchè ero totalmente incollata a quelle vicende già note ma che si sono ricolorate di nuova linfa.
I salti temporali tra presente e passato sono più corposi, spiegano più dettagliatamente cosa ha portato Maia a lasciare la Versilia e non farvi più ritorno per ben quindici anni.

Ogni capitolo porta con se nuovi particolari che rendono la storia più corposa e ti ritrovi ad amare e odiare di nuovo gli stessi personaggi, forse anche più di prima.
Insomma non sto qui a dirvi le aggiunte perchè dovete scoprirle voi, io posso solo dirvi che dovete correre al più presto in libreria e riprendere ancora una volta Tutta colpa del mare (e anche un po' di un mojito), portarvelo al mare visto che l'atmosfera ben si concilia con la lettura e sperare di trovare un ragazzo come Marco che vi colpisca con una palla, vi doni il mare e vi rubi il cuore per sempre.
 

Aaaw sono contentissima di poter finalmente aggiungere quel cupcakes che mancava nella precedente recensione e assegnare così i meritatissimi 5 cupcakes al mojito (esistono eh) per la nostra Apetta Maia e il suo Re Tonno Marco.







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