09 dicembre 2017

Le fragilità del cuore di Susan Elizabeth Phillips, Recensione

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Annie Hewitt è un'attrice con poca fortuna, arrivata a Peregrine Island nel bel mezzo di una violenta tempesta di neve. Avvilita e al verde dopo aver speso tutti i risparmi per esaudire gli ultimi desideri della madre malata, non le rimane altro che una fastidiosa polmonite, due valigie rosse piene di burattini e un vecchio cottage, dove si nasconde una misteriosa eredità che potrebbe risollevare le sue finanze. Ma le giornate a Peregrine saranno tutt'altro che semplici per lei: destreggiandosi tra una vedova solitaria, una bambina muta e degli isolani ficcanaso, Annie scoprirà di essere impreparata ad affrontare la vita su quell'isola così fredda, selvaggia e inospitale. A complicare il tutto, l'inaspettato incontro con Theo Harp, l'uomo che le aveva spezzato il cuore quando entrambi erano solo adolescenti, diventato oggi uno scrittore solitario di romanzi horror. Ma quell'uomo sarà ancora temibile come lei ricorda o sarà una persona nuova? Intrappolati insieme in un'isola innevata al largo della costa del Maine, Annie non potrà più scappare dal passato e dovrà decidere se dare ascolto alla sua testa oppure al suo cuore...




Buona sera carissimi Dreamers,
come promesso la volta scorsa oggi vi parlerò dell'ultimo romanzo della Phillips; ultimo qui da noi, visto che in USA se lo sono letti nel 2014. Ma come mi piace dire "meglio tardi che mai". 
Fortunatamente la Leggereditore sta pensando bene di tradurre tutti i suoi lavori perchè credetemi con un Phillips DOC non rimani mai delusa.
Ma vediamo cosa ha partorito la formidabile mente della nostra Susan...
Antoinette "Annie" Hewitt ha perso tutto. Dopo la morte della madre, da tempo malata, ha solo debiti e due valigie piene di burattini a cui da voce durante piccoli spettacoli per bambini. Con queste ultime cose arriva a Peregrine Island, un'isola nel Maine, per cercare l'eredità che sua madre le ha lasciato. Purtroppo per accedere a questo lascito, Annie deve trascorrere 60 giorni sull'isola come da precedenti accordi col suo ex patrigno. Il ritorno a Peregrine Island risveglia in Annie vecchi ricordi non proprio felici, tutti con protagonista Theo Harp, il figlio del suo ex patrigno. 
Theo è stato il primo amore di Annie, ma al tempo stesso anche il suo carnefice.
Per Annie è difficile dimenticare tutte le disavventure a cui l'ha sottoposta, specialmente l'ultima che stava quasi per ucciderla. 
Ritrovarselo li dopo anni da quegli eventi, ha comunque un retrogusto dolceamaro perchè la persona che si ritrova davanti la affascina e la intimorisce proprio come allora. 
Ma Theo non è la sola persona che Annie ritrova a Peregrine Island. 
Anche Jayce, sua vecchia amica e colei che le aveva salvato la vita, vive li e fa da governante a Villa Harp. Jayce ha una bambina di quattro anni, Livia, affetta da mutismo post-traumatico, a cui Annie si affeziona particolarmente e che a poco a poco conquista grazie ad una delle sue marionette. 
Ma c'è qualcuno che trama per mandare via Annie prima della scadenza del patto, ed è proprio qualcuno che è disposto a tutto, anche ad uccidere.
Riuscirà Annie a sopravvivere per 60 giorni su quell'isola così ostile ma allo stesso tempo rigenerante per il suo fragile cuore?
Credevo di aver già letto il mio romanzo preferito. 
Ma con Susan E. Phillips non è mai detta l'ultima parola, così eccomi qui con un altro best ever da aggiungere alla mia già ricca bacheca dei best of... 
Sono davvero contenta che a poco a poco stiano uscendo tutti questi bei titoli già conosciuti in USA ma non qui, e la Leggereditore con la Phillips va sul sicuro è la sua gallina dalle uova d'oro. 
Quando ho letto alcune recensioni americane mi sono stupita nel vederne alcune a 1 o 2 stelline, perché diciamoci la verità è quasi impossibile dare 1 stellina ad un capolavoro come questo. Credo di aver capito alcuni giudizi, non li condivido siamo chiari ma li ho capiti. 
Le Fragilità del cuore non è la classica storia d'amore a cui ci ha abituato Susan con la Chicago Star o con la Wynette series, che abbiamo letto e riletto in questi anni.  Anzi, è quanto di più lontano possiamo aspettarci. È un mistery, un suspance, un contemporary romance e un gothic tutto concentrato in 300 pagine. 
Mano a mano che la storia si articola si rimane sempre più spiazzati dal cambio di rotta che ha preso questo stand alone targato SEP. 
Non si hanno più i toni rosa e zuccherosi che abbiamo letto nei precedenti ma scendiamo in quelli più tetri e ancestrali del mistery, impossibile non fare supposizioni e castelli in aria su chi possa essere il colpevole o l'autore di simili arcani. 
Già di per se vedere la protagonista interagire con delle marionette e di per se inquietante se poi ci aggiungi sparizioni, minacce e una sparatoria hai un giallo fatto e finito. 
Un cambio rotta che conferma la duttilità di Susan nel sapersi destreggiare su generi diversi mantenendo comunque il suo marchio unico che rende una storia praticamente indimenticabile. 
Come indimenticabili sono i personaggi che si susseguono in questo romanzo. 
Devo ammettere che nella prima parte della storia sono rimasta parecchio sbigottita, leggevo e non capivo bene dove volesse andare a parare la storia, era lenta, laconica e parecchio pesante. Ma d'un tratto è come se avesse fatto un giro di boa in un crescendo di emozioni e colpi di scena inimmaginabili. Quando credevo di aver trovato il capro espiatorio: boom veniva rimesso tutto in gioco con una tale maestria da rimanere visibilmente affascinata.
Non ho tifato da subito per Annie, a tratti mi è parsa una bimba petulante e ripetitiva, ma alla fine è scattato il colpo di fulmine. Non è la classica eroina romantica che aspetta di essere salvata, oserei dire tutto l'opposto, un po' come quelle protagoniste dei romanzi che la madre non le faceva leggere, ma che lei ha sempre sperato di essere. E durante tutta la storia vediamo come Theo cerca di tenerla al sicuro dalle minacce che subisce, ma lei forte della sua indipendenza cerca di fronteggiare il pericolo da sola. Senza che lei se ne accorga, diventa tutto ciò che ha sempre sognato di essere. Non la protagonista dei suoi sogni di bambina, ma una donna che con caparbietà e coraggio decide il suo futuro e lo segue a testa alta.
Anche le sue marionette che all'inizio ho trovato strane, assumono durante la narrazione sempre più spessore. Impossibile non notare l'assomiglianza caratteriale tra il personaggio di Leo con il quasi omonimo Theo. All'inizio è il cattivo, colui che sbeffeggia Annie per i suoi fallimenti e che la intimidisce con le sue frasi al veleno, pur essendo lei stessa l'anima del burattino. Ma man mano che Theo entra nella vita di Annie, anche Leo cambia, i suoi modi si affinano e non sempre è colui che la deride, anzi alla fine si erge a difensore, proprio come fa Theo. Ho apprezzato molto questi dettagli che aiutano a capire meglio la psiche di Annie.
In fondo in fondo il punto debole di Annie è anche un po' il nostro. Chi non vorrebbe un eroe nella propria vita?
Diversamente da Annie, ho adorato il personaggio di Theo sin da subito.
Immaginarlo scendere quelle scale nelle vesti di un eroe d'altri tempi, mi ha colpito dritto al cuore. C'è una scena particolare in cui Annie si paragona a Jane Eyre, e devo dire che in alcune cose l'ho paragonato anche io ancor prima di leggere il pezzo in questione. Il signor Rochester, quel burbero uomo di cui Jane si innamora perdutamente è molto più simile a Theo di quanto non si possa immaginare. Impossibile non rimanere affascinata dai suoi atteggiamenti, dalla sua figura d'altri tempi, ma allo stesso tempo contemporanea e reale. E cosa più importante anche lui ha il suo fedele destriero, Dancer.
Ma c'è anche un altro personaggio che mi ha particolarmente colpita ed è la co-protagonista della storia parallela, la piccola Livia. Voi sapete che il mio punto debole nelle storie di questo genere sono i bambini e anche qui sono rimasta colpita dall'intensità del suo personaggio.
E come sempre è una bambina a risolvere i problemi che per gli adulti sembrano insormontabili, è stato come uno scambio di favori tra lei e Annie e mi è piaciuto molto come la storia è andata a collimare alla fine.  Vi dico solo che ho baciato il kindle appena Livia risolve la questione! Amo quella bambina. 😍😍😍😍😍😍
Insomma a dirla breve, visto che la recensione sta assumendo le dimensioni di un poema onirico, la Phillips non delude mai le alte aspettative che ho nei suoi confronti, anzi le innalza sempre di più e io non vedo l'ora di vederla al RARE di Giugno per prostrarmi ai suoi piedi adorante, come una bimba la mattina di Natale davanti l'albero pieno di regali. Ero indecisa su cosa farle autografare ma credo proprio che porterò la mia copia cartacea di questo meraviglioso romanzo. A meno che da qua a Giugno non ne esca un altro che superi questo. E con lei mi aspetto di tutto.
Come sempre il mio voto non può che essere superpositivo con 5 gustosissimi cupcakes.

Alla prossima Dreamers 💋💋




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