07 giugno 2016

Recensione: Amore senza regole di Emma Chase

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Quando Brent Mason guarda Kennedy Randolph, non vede la goffa, dolce ragazza cresciuta alla porta accanto. Vede una donna splendida e sicura di sé...che vuole schiacciare le parti più intime di sé sotto i tacchi delle sue Christian Louboutins. Brent non ha mai lasciato che la perdita della sua gamba in un incidente quando era piccolo pregiudicasse la sua capacità di condurre una vita appagante. Si è sempre fissato obiettivi importanti per poi raggiungerli. Ed ora ha messo gli occhi su Kennedy.

Quando Kennedy guarda Brent Mason, tutto quello che vede è l'adolescente egoista e degno modello del catalogo di Abercrombie & Fitch che l'ha umiliata al liceo per unirsi alla massa. Una folla che ha fatto sì che quegli anni fossero un inferno.

Non è più un emarginata sociale malata d'amore - è un pubblico ministero di Washington DC con una scia lunghissima di vittorie alle spalle. Brent è l'avvocato avversario nel suo prossimo caso e così pensa che sia arrivato il momento di restituirgli il favore. Ma le cose non vanno esattamente in questo modo. Perché ogni risposta di lei lo spinge a domandarsi se è appassionata in camera da letto come lo è in aula. Ogni argomentazione e opposizione gli fa solo venire più voglia di lei. Alla fine, Brent e Kennedy possono aver trovato l'amore... oppure aver oltraggiato la corte. Amore senza regole è un romance sexy e ironico sulle prime cotte, sulle seconda possibilità e sul verdetto finale del cuore.




Anche questa meravigliosa serie è giunta al termine... e come sempre io rimango orfana di questi meravigliosi personaggi. Emma ti prego pubblica qualche altra cosa perchè io devo leggerti per forza.... è un bisogno fisico...quasi viscerale.
Questo ultimo capitolo mi ha lasciata con un vuoto incolmabile... solo il tuo immenso talento può guarirmi.

 Non la vedo da quattordici anni e l’ultima volta, di sicuro, non aveva questo aspetto.
«Kennedy?», mormoro, ancora incerto che sia proprio lei.
Lei mi guarda con la testa da un lato, un fianco inclinato e un sorriso
sprezzante.
«Ciao, stronzo».
Okay, ora ne sono certo.

Brent Mason ha una carriera d'avvocato ben avviata, da due anni è in società con i suoi migliori amici e le donne non gli mancano. Ha tutto quello che un uomo di 32 anni possa desiderare. Nemmeno l'incidente, avuto da bambino, che gli è costato una gamba, riesce a sconfortarlo, in parole povere è il re del suo mondo. Ad una festa di famiglia, Brent incontra un'affascinante ragazza, che riesce ad attrarlo a prima vista. Lei è semplicemente mozzafiato, ha tutto quello che Brent ama in una donna e forse anche qualcosa di più. Quando la sua vicina di casa, nonchè miliore amica della madre saluta la ragazza chiamandola Kennedy, i tasselli del puzzle combaciano perfettamente: Kennedy è la sua migliore amica, persa di vista per 14 anni a causa di un terribile equivoco che l'ha allontanata sia dalla sua famiglia che da Brent. Ma Kennedy è tornata a Washington armata di una nuova corazza sia esteriore che interiore e minaccia guerra aperta a Brent, perchè oltre ad essere una donna nuova e anche il suo acerrimo rivale. Kennedy infatti altri non è che il procuratore federale che si contende il caso di Brent. Inizia così una battaglia giudiziaria a suon di obiezioni e rinvii... perchè Brent ha ritrovato si la donna della sua vita, la sua migliore amica, ma non per questo vuole perdere il suo caso. Quando durante l'ennesimo litigio in aula, il giudice li costringe a chiarirsi, Brent e Kennedy aprono i loro cuori e quello che ne viene fuori non è proprio quello che si aspettavano.... la classica commedia degli equivoci condita dalla giusta dose di passione e... risate.

«Ti ricordi quando ho imparato di nuovo ad andare in bicicletta?».
Gli angoli della sua bocca si sollevano leggermente. 
«Sì, loricordo».
«E avevamo soltanto la tua bicicletta da bambina, così tu ti sedevi sul manubrio mentre io pedalavo?».
Annuisce.
«E un giorno, stavo andando davvero troppo veloce, abbiamo preso un sasso e siamo volati per terra tutti e due. Non volevo più correre in quel modo, perché avevo paura che ti facessi male. Ricordi che cosa mi hai detto?».
I suoi occhi incontrano i miei. 
«Ho detto… ho detto che dovevamo continuare a correre… perché la
velocità era l’unica cosa per cui valeva la pena cadere».
Annuisco, con tenerezza.
E lei aggiunge: «Poi mi hai chiamata “biscotto della fortuna”». 
E ridiamo entrambi.

E con questo ultimo, bellissimo, meraviglioso capitolo salutiamo gli avvocati più sexy, dolci e indimenticabili mai creati.
Dei 3 ragazzoni creati dalla Chase, Brent è quello più divertente; certo non che anche lui non abbia i suoi piccoli demoni da affrontare, ma nella sua complessità riesce sempre a trovare il lato positivo della situazione, ed è proprio questo suo carattere giocoso e spigliato a reggere la trama e a farla amare.
Non mancano di certo i collegamenti con le precedenti storie, infatti veniamo a sapere che Chelsea e Jake stanno per sposarsi, mentre Sofia e Stanton sono in attesa del loro primo bambino... Samuel, che nasce proprio per chiarire i sentimenti di Brent.
Ma come tutti i protagonisti anche il nostro Brent ha accanto una donna alla sua altezza, un'amica d'infanzia a cui era legatissimo e che a causa di un equivoco e di tanta cattiveria adolescenziale viene messa in standby proprio fino all'inizio di questa novella. Kennedy è stata delle 3 quella con cui ho stretto un particolare affiatamento... leggere la sua storia e il suo riscatto mi è piaciuto davvero molto.
Come mi è piaciuta l'idea di un doppio epilogo... uno più consueto e l'altro davvero da favola... una specie di fiaba nella fiaba... davvero geniale e dolce allo stesso tempo. 

«Noi non abbiamo rotto. Io non volevo…». Mi si spezza la voce. «Non
volevo dire quelle cose».
La sua espressione diventa più morbida, piena di dannata comprensione… per me. E la lama affonda di più, rigirandosi crudelmente.
«Lo so, Brent».
Le tocco la guancia, perché non riesco a trattenermi un secondo di più.
«Mi dispiace».
Le sfugge un singhiozzo. «Anche a me. Mi dispiace di non poterti facilitare le cose».
«No. Sono stato un coglione. Non sei tu a dovermi facilitare le cose…
non voglio che ti preoccupi di questo.
Ti amo, Kennedy».
«Anch’io ti amo».
«Non chiedermi di nuovo di non andare, non credo che potrei sopportarlo».
«Non lo farò. L’unica cosa che ti chiedo è», a questo punto chino la
testa, avvicinandomi a lei, «di lasciarmi venire con te».
«Sì. Ti prego, vieni con me».

Inutile dire che anche per questo capitolo finale le stelline di giudizio sono, limitatamente, 5... contornate da altre 10 dei precedenti 2.
Emma... Ti prego..... scrivi ancoraaaaaaaaa



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