17 giugno 2016

Un the in compagnia di Silvia Cossio





Benvenuta Silvia e grazie per essere qui. Rompiamo il ghiaccio e avanti con la prima domanda:

Come nasce in una persona la passione per la scrittura? 
Nel mio caso è nata come una sfida. Delusa da alcuni libri, mi sono prefissa la sfida della scrittura, riproponendomi di narrare le storie che avrei voluto leggere. Nessun dono particolare, quindi, nessuna passione risalente all’età scolare, anzi, ha sempre odiato fare i temi a scuola vivendoli come un supplizio e, ancora oggi, spesso mi ritrovo in difficoltà di fronte a un biglietto di auguri…


Un valido scrittore deve essere prima un ottimo lettore? 
Forse una cosa non implica l’altra, ma personalmente ritengo che dalla lettura si possa imparare molto, quindi per me la risposta è decisamente sì. Sono del parere che l’istruzione sia l’arma più potente a nostra disposizione, di conseguenza leggere diventa imperativo.

Parlaci delle tue opere, a quale target di lettori si rivolge?
Prendendola larga, rispondo subito dicendo agli amanti del genere rosa. Entrando nello specifico, forse dovrei dire adulto, ma non è mai né troppo tardi, né troppo presto per sognare. Le mie sono storie d’amore attuali, ironiche con indirizzo erotico, dove chiunque potrebbe immedesimarsi o, chissà, anche prendere le distanze… Chi ha letto “La seduzione di un attimo” può capire ;)

Cosa ha fatto scattare la scintilla che ha portato alla luce la tua ultima fatica letteraria?
I miei libri sono tutti collegati tra loro, sebbene leggibilissimi singolarmente, pertanto mentre scrivo, nella mia mente butto già le basi dei futuri protagonisti che, quasi sempre, nella storia in atto sono delle “comparse”. Quando inizio un nuovo libro, non faccio altro che dare spazio a personaggi già preconfezionati. Nessuna scintilla, dunque.

Cosa pensi del connubio scrittura-web-social. Oggi un autore non ha altro modo per far conoscere se stesso e le sue opere?
Temo che la risposta sia no. Il mondo del web è il presente e sarà il futuro. Inutile girarci intorno, che ci piaccia o no, siamo nell’era degli e-book, della tecnologia in generale. I social sono una fonte importantissima di pubblicità. La popolarità gioca un ruolo fondamentale nelle vendite.

Che speranza ha un autore di riuscire a scalare le vette senza essere sommerso dai milioni di libri che ogni anno si pubblicano?
Poche. Purtroppo, non è sufficiente presentare un buon prodotto per garantirsi dei risultati. Il fattore fortuna sta alla base di tutto. Per non parlare della popolarità di cui detto sopra. Però, in quest’ultimo caso, va riconosciuta la capacità di un individuo nell’ottenerla. L’importante, comunque, è non arrendersi, non lasciarsi indebolire dalle difficoltà, continuare a lottare. Non sarà una passeggiata, bisogna esserne consapevoli, ma almeno, se e quando si raggiungerà la vetta, dovremo dire grazie solo alla nostra tenacia.

Quali sono i pro e i contro tra pubblicare in Self oppure ricevere un contratto da una Casa Editrice?
La prima volta ho scelto di pubblicare self per diversi motivi: per sondare il terreno, per capire se quello che scrivevo – e come lo scrivevo – potesse piacere o meno. Un modo per mettermi in gioco. E un po’ anche per ripiego. Dopo aver spedito a tutte le case editrici ed essere stata beatamente ignorata, sono arrivata alla conclusione che non avesse senso tenere il mio lavoro nel cassetto. Ed essendo per carattere una che non lascia nulla di intentato e non avendo nulla da perdere, mi sono buttata nella mischia. Devo dire che l’esperienza si è rivelata super positiva! Ho avuto modo di scoprire una nuova realtà, totalmente auto-gestita, capire meglio certe dinamiche, imparare come muovermi… e, non da ultimo, avere un riscontro economico.
La scelta della CE nasce dal desiderio di arrivare in libreria, né più, né meno. La visibilità che danno le case editrici è maggiore rispetto all’auto-pubblicazione, di conseguenza si ha la consapevolezza di toccare con mano il successo.

Qual è il libro che più hai amato leggere e che ti ha fatto dire: “Avrei voluto scriverlo io”.
Non mi viene in mente nessun titolo in particolare, ma tengo a sottolineare che adoro Diana Palmer e Sarah Morgan e che darei non so cosa per scrivere come loro. Hanno un modo di emozionare che non può lasciare indifferenti.

In tre parole descrivi la tua scrittura.
Precisina è il primo aggettivo che mi viene in mente. Se c’è una cosa che detesto leggendo un libro sono gli errori alias “orrori”, di conseguenza faccio in modo che quello che scrivo sia curato. L’ironia è un’altra particolarità che mi caratterizza, fa parte di me, inevitabilmente la riverso nelle mie storie. Infine direi leggera. La lettura deve essere evasione, pertanto cerco – e spero - di regalare qualche ora di spensieratezza.

I consigli sono sempre preziosi, cosa ti senti di raccomandare a un autore che decide di dare vita al proprio sogno e buttarsi nel mondo dell’editoria?
Di buttarsi sempre e comunque. Non si può vivere di ripensamenti, pertanto consiglio di tentare. Non importa quello che dicono gli altri, i nostri sogni meritano una possibilità. Un altro suggerimento è quello di avere tanta pazienza, di non aspettarsi dei risultati subito e, nel frattempo, approfittare dell’attesa per migliorarsi.
Ancora Grazie Silvia Cossio e un grosso in bocca al lupo!

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