14 luglio 2016

Un the in compagnia di Marilena Boccola



Benvenuta Marilena e grazie per essere qui con noi. Iniziamo la nostra chiacchierata con la prima domanda:

Come nasce in una persona la passione per la scrittura? 
Nel mio caso, deriva direttamente dalla passione per la lettura: a un certo punto mi è venuta voglia di scrivere le storie che avrei voluto leggere.


Un valido scrittore deve essere prima un ottimo lettore? 
Penso proprio di sì. La lettura aiuta a scrivere bene, questo lo insegnano anche a scuola. Inoltre, penso che un autore possa sempre imparare da altri scrittori. Per cui, meglio armarsi di cui umiltà e mettere al bando le inutili invidie.


Parlaci delle tue opere, a quale target di lettori si rivolgono?
Le mie opere si rivolgono prevalentemente a un pubblico femminile, ma anche gli uomini che le hanno lette, per lo più amici e conoscenti incuriositi dalla mia attività di scrittrice, li hanno trovati piacevoli.
Per quel che riguarda le mie lettrici, le ritengo donne appassionate e intelligenti, che desiderano vivere qualche momento di leggerezza, ma non di superficialità; provare intense emozioni, leggendo storie che potrebbero appartenere alla quotidianità di chiunque e sognare a occhi aperti, avendo come sfondo le meravigliose ambientazioni tipicamente italiane.

Cosa ha fatto scattare la scintilla che ha portato alla luce la tua ultima fatica letteraria?
Quando mi sono cimentata con le prima battute di “Baci, sabbia e stelle”, volevo scrivere un racconto in prima persona, narrare una storia tenera e adolescenziale. Così, mi sono ritrovata a scavare nei miei ricordi di ragazzina un po’ timida, con un grande mondo interiore, alimentato dalle numerose letture fatte fin da bambina. Ne è nata la storia di Maddalena, in vacanza al mare con la famiglia che, per la prima volta in vita sua, vive i tipici turbamenti amorosi dell’adolescenza.

Cosa pensi del connubio scrittura-web-social. Oggi un autore non ha altro modo per far conoscere se stesso e le sue opere?
Direi che, senza web e social, soprattutto un autore self, avrebbe ben poche possibilità di farsi conoscere al di là del giro ristretto di amici e parenti. Il web offre un’importante opportunità, ma bisogna imparare a gestirlo, perché può essere anche occasione di grande stress. Soprattutto, quando si scatenano liti e polemiche dalle quali, personalmente, cerco accuratamente di tenermi alla larga.

Che speranza ha un autore di riuscire a scalare le vette senza essere sommerso dai milioni di libri che ogni anno si pubblicano?
Era una cosa che mi chiedevo sempre, ogni volta che andavo in libreria e mi vedevo circondata da migliaia di libri. Poi, confidando a un amico la frustrazione che la cosa mi suscitava, mi sono convinta che c’è posto per tutti: i gusti sono diversi, quello che interessa a me, probabilmente, non interessa a un altro e viceversa, ecc… Ciò che conta è la promozione, farsi conoscere, permettere alla domanda di incontrare l’offerta. L’ideale sarebbe avere qualcuno che se ne occupa per noi scrittori e poterci così dedicare alla scrittura e alla lettura che, di solito, sono le cose che ci piace di più fare. Però, si dice anche che senza fatica non si ottiene nulla e che le più grandi soddisfazioni sono proporzionali all'impegno profuso, per cui… con piacere, eccoci qui!

Quali sono i pro e i contro tra pubblicare in Self oppure ricevere un contratto da una Casa Editrice?
Sicuramente, un po’ d’aiuto nella promozione si dovrebbe ricevere dalla Casa Editrice, per cui questo credo sia il primo vantaggio, ma non solo: la CE ti permette di confrontarti con un editor che, più è bravo, attento e scrupoloso, più ti fa sgobbare e, al contempo, ti fa crescere come scrittore. Per ora, i vantaggi che ho visto io sono principalmente questi, i contro non li so ancora dire e spero di non saperli dire mai.
Per quel che riguarda la pubblicazione self, offre senz’altro una grande libertà in ogni tipo di scelta, ma tutte le responsabilità gravano sulle spalle dell’autore che si deve dare un gran da fare perché la sua diventi un’opera di qualità - anche dal punto di vista della forma, oltre che dei contenuti - e venga conosciuta e sostenuta da gruppi, blog e lettori i quali svolgono un ruolo molto rilevante nel decretare il successo o meno di un romanzo.

Qual è il libro che più hai amato leggere e che ti ha fatto dire: “Avrei voluto scriverlo io”.
Questa domanda mi mette sempre in crisi, perché non so mai cosa rispondere. Sono tantissimi i libri che ho apprezzato, ma non tutti li avrei voluti scrivere. È bello ammirare i libri di altri, al punto di ritenerli geniali, semplicemente nella veste di lettori.
Negli ultimi tempi, mi è piaciuto tantissimo “Chi manda le onde” di Fabio Genovesi, ma non avrei mai potuto scriverlo io stessa, senza la sua ironia. Ci sono caratteristiche degli autori che si riflettono nei libri che scrivono e che sono solo loro; noi possiamo unicamente apprezzare le loro opere, cercando di dare il meglio di noi stessi in base alla nostra personalità.

In tre parole descrivi la tua scrittura.
Fluida, evocativa, emozionante.

I consigli sono sempre preziosi, cosa ti senti di raccomandare a un autore che decide di dare vita al proprio sogno e buttarsi nel mondo dell’editoria?
Gli direi di rimboccarsi le maniche, di essere determinato e non arrendersi alla prima difficoltà, di corazzarsi un po’ perché non sempre si fanno felici incontri - anche se, per me, sono stati molti di più quelli positivi e arricchenti rispetto a quelli che mi hanno lasciato l’amaro in bocca - e di credere in se stesso e nella validità del proprio lavoro. I pensieri creano, per cui bisogna starci molto attenti: nel bene e nel male, volere è potere!

Siamo giunti alla fine. Ancora un grazie speciale Marilena Boccola e un grosso in bocca al lupo per il futuro.

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