Tradire il marito e scoprire che il nuovo amante è innamorato di un uomo.
Il classico triangolo sentimentale, con qualche lato di troppo.
«E di Giulia Alberico sempre c'è, ammirevole, la scrittura calibrata e discreta, ironica quanto incisiva» Giuseppe Pontiggia
«Un’autrice italiana che ha molto da dire sul mondo delle donne» GRAZIA
Un ritratto sorprendentemente delicato e pieno di grazia, che ci conduce attraverso i percorsi più intimi della femminilità.
La scheda
Il rapporto tra Lea e Stefano si è, negli anni, adagiato in una routine che appare alla donna un po’ opaca ma anche rassicurante. Un casuale incontro con Marco la turba, la destabilizza e le fa provare sensazioni sopite. Tra sensi di colpa e un po’ di autoironia si lascia andare, ricambiata, a questo innamoramento. Nell’arco di un anno finisce per pensare di poter tenere insieme tutto: la vita vecchia e la nuova. Anche quando Marco le confessa di avere da tempo una relazione con un giovane uomo, che ama e a cui tiene molto, Lea fantastica di trovare un suo posto in questo bizzarro poligono di affetti in cui si è cacciata. Ma non può funzionare. Tutto, a un certo momento, pare crollare di colpo e Lea si trova da sola ad affrontare un universo di dilemmi a cui nessuno l’ha preparata e ai quali deve trovare una soluzione. E a fare scelte che le cambieranno, ancora, la vita.
«Sapere che Marco c’era, che da qualche parte nel vasto mondo leggeva il giornale, appendeva il cappotto in un ristorante, si allacciava le scarpe, la riempiva di stupefatta fierezza, di un sentimento verticale, solido, concreto, buono. Come il pane, come il gattò di patate che adesso le veniva più morbido. Anche Stefano se n’era accorto. Un giorno le aveva detto: “Ma questo gattò ti viene meglio da un po’ di tempo in qua.” “Ho cambiato tipo di patate” aveva risposto lei»
Giulia Alberico è nata a San Vito Chietino e vive a Roma. È autrice di svariati romanzi, tra cui Madrigale (Sellerio 1999), Come Sheherazade (Rizzoli 2004), Il vento caldo del Garbino (Mondadori, 2007).
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