10 aprile 2016

Un the con Clara Cerri





Come nasce in una persona la passione per la scrittura?

Credo che nasca dalla passione per le storie e dalla passione per le parole, due passioni che nel mio caso sono cresciute di pari passo. Ti nascono delle storie nella testa e cominci a pensare a come raccontarle nel modo migliore, come far capire che succede, cosa fanno e cosa pensano i nostri eroi. Da bambina ero convinta che i personaggi della mia fantasia fossero veri e,ancora oggi, scrivere mi serve a convincere di questo qualcun altro. Qualche volta mi riesce: ultimamente una lettrice mi ha scritto "Quando ho finito il tuo romanzo i tuoi personaggi mi mancavano!"


Un valido scrittore deve essere prima un ottimo lettore?

Se ami le storie e le parole, come puoi farne a meno? Non ti bastano quelle che riesci a produrre tu. Per me leggere non è uno sforzo, è una cosa che faccio naturalmente. Poi, certo, non è tutto lì, magari bastasse solo leggere per diventare grandi scrittori! 

Parlaci delle tue opere, a quale target di lettori si rivolgono?

Cerco dei lettori che si lascino coinvolgere, che vogliano provare emozioni. 
 
Cosa ha fatto scattare la scintilla che ha portato alla luce la tua ultima fatica letteraria?
Il secondo romanzo che ho pubblicato con la mia casa editrice, "Lettere fra l'erba", è stato scritto prima del precedente e ha avuto una "gestazione" lunghissima. Per anni ho studiato molto e dedicavo alla scrittura solo dei ritagli di tempo. Poi d'un tratto (ero in Germania per studiare, tanto per cambiare) ho avuto la visione di una scena. Uno dei protagonisti (non voglio fare spoiler) che si spoglia, con calma, quasi con pudore, di fronte alla donna che ama e che desidera da tanti anni. Ho cominciato a scrivere a spron battuto col pensiero di portare tutta la vicenda lì, a quella scena e a tutte le vicende che seguono.Quando ho portato a termine i miei impegni mi sono dedicata alla scrittura a tempo pieno per diversi mesi, e sono riuscita a finire il romanzo.

 Cosa pensi del connubio scrittura-web-social. Oggi un autore non ha altro modo per far conoscere se stesso e le sue opere?


In Italia i grandi gruppi editoriali riempiono le librerie con le loro proposte. È più difficile, per un mercato ristretto come il nostro, emergere con le proprie forze. Eppure ci sono esempi di autori che sono riusciti a farsi conoscere e apprezzare pur non pubblicando con grandi case editrici: mi viene in mente Amleto De Silva che ha un pubblico affezionatissimo, Crocifisso Dentello con il suo esordio, Guido Catalano che è riuscito a vendere migliaia di libri di poesia.
Quali sono i pro e i contro tra pubblicare in Self oppure ricevere un contratto da una Casa Editrice?

La pubblicazione in self in Italia è considerata ancora un ripiego: la pubblicazione con una casa editrice,anche se piccola, viene vista come una sorta di "legittimazione" dell'autore. Questo avviene soprattutto con la letteratura mainstream, quella non riconducibile facilmente a un genere.

Qual è il libro che più hai amato leggere e che ti ha fatto dire: “Avrei voluto scriverlo io”?


It di Stephen King. Quasi tutti i libri di Stephen King, in realtà, anche se non scrivo romanzi di genere Horror. È un autore che sa mettere insieme stile e capacità di raccontare, di "incatenare" il lettore alla pagina.

In tre parole descrivi la tua scrittura.


Asciutta, emotiva, ironica.
 I consigli sono sempre preziosi, cosa ti senti di raccomandare a un autore che decide di dare vita al proprio sogno e buttarsi nel mondo dell’editoria?

Di rileggere bene, più volte, quello che ha scritto, facendosi aiutare anche da parenti, amici, o da colleghi disposti ad aiutarlo. Tutti possiamo sbagliare, ma ci sono errori che possono scoraggiare il lettore dal leggere una bella storia, ed è un peccato.

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