25 febbraio 2018

Un thè in compagnia di Catherine BC



Come nasce in una persona la passione per la scrittura?
Penso nasca come ogni altra passione, da una sorta di fuoco primordiale che ci portiamo dentro,  la cui energia viene incanalata dalle diverse persone secondo la propria indole e le propri inclinazioni.


Un valido scrittore deve essere prima un ottimo lettore? 
Indubbiamente sì! Leggere apre la mente: si conoscono nuovi stili e scelte narrative, si imparano scappatoie letterarie e invenzioni geniali. In una parola, ci si arricchisce. Spesso chi scrive ha poco tempo, ma non può esimersi dalla lettura troppo a lungo in quanto l’autoreferenzialità non è mai costruttiva.

Parlaci delle tue opere, a quale target di lettori si rivolge?
Io scrivo prevalentemente romance contemporanei, anche se ho in serbo per chi mi segue anche una raccolta di tre racconti romance fantasy. Penso che non ci sia un target preciso di riferimento, anche se ci sono scene calde. L’amore appartiene a tutte le età e sognare è una delle poche cose che possiamo fare al di là del concetto anagrafico.

Cosa ha fatto scattare la scintilla che ha portato alla luce la tua ultima fatica letteraria?
Beh, la mia ultima opera pubblicata è Inganno proibito, l’ultimo romanzo della ForbiddenTrilogy. La scintilla è scattata tempo fa perché le vicende di Jett, il protagonista, sono in qualche modo legate a quelle narrate nei due romanzi precedenti. Avevo voglia di dare spazio anche a questo personaggio e, allo stesso tempo, di chiudere un cerchio. E’ stata comunque una bella avventura per me.

Cosa pensi del connubio scrittura-web-social. Oggi un autore non ha altro modo per far conoscere se stesso e le sue opere?
I social oggi sono molto importanti per farsi conoscere. Il mio romanzo d’esordio è del 2013 e da allora sono cambiate moltissime cose: i gruppi si sono centuplicati così come i romanzi pubblicati, alcuni blog hanno acquisito sempre più peso, altri hanno perso smalto. Tutto però porta a considerare, piacciano o no, il peso del web o dei social nel successo o meno di un autore.


Che speranza ha un autore di riuscire a scalare le vette senza essere sommerso dai milioni di libri che ogni anno si pubblicano?
Penso che un autore debba essere presente il più possibile: pubblicare spesso (anche se il concetto è relativo perché è una variante soggettiva) e partecipare alle varie attività proposte dai vari gruppi, sennò davvero si rischia di cadere presto nel dimenticatoio.

A quale dei tuoi personaggi sei più legata?
Tutti i miei personaggi occupano un angolo del mio cuore, anche se sono più legata a due di loro: Stephen di Sapore proibito perché ha rappresentato il mio esordio e Samuel di Scars perché è stato il mio ritorno, la mia rinascita.

Domanda secca: Perché scrivi?
Perché mi piace sognare a occhi aperti.

Alcuni autori preferiscono scrivere con la musica, altri in perfetto silenzio. Tu che tipo di scrittura preferisci, con musica o senza? Perché?
Io preferisco il silenzio. E’ così raro in casa mia con i ragazzi in giro e io ho bisogno di concentrarmi. Ultimamente ho scoperto però che un tipo di musica mi ispira. Devo sperimentare un altro po’ per dare una risposta più sicura in questo senso.

Che tipo di autore sei?
Sono precisa o almeno tento di farlo. Mi faccio una scaletta di riferimento che poi arricchisco o stravolgo durante la stesura dei romanzi, schemini per le sinossi o altro, e passo moltissimo tempo a fare ricerche per verificare di non stare scrivendo cavolate. Per il resto lascio che le mie emozioni passino tra una riga e l’altra.

Quali sono i pro e i contro tra pubblicare in Self oppure ricevere un contratto da una Casa Editrice?
Anche qui l’esperienza è soggettiva: dipende appunto da come una persona si sia trovata lavorando con una CE o in self. Personalmente ho fatto entrambe le esperienze e la libertà di gestione e organizzazione del self non trova paragoni, anche se la Ce contribuisce sicuramente a dare lustro al curriculum di un autore.


Qual è il libro che più hai amato leggere e che ti ha fatto dire: “Avrei voluto scriverlo io”.
Il cavaliere d’inverno di PaullinaSimons. Ho sempre sognato di scrivere un romance storico del genere: emozionante e coinvolgente, fa piangere, sperare e innamorare allo stesso tempo.

In tre parole descrivi la tua scrittura.
Romantica, passionale, intensa

I consigli sono sempre preziosi, cosa ti senti di raccomandare a un autore che decide di dare vita al proprio sogno e buttarsi nel mondo dell’editoria?
Gli direi di armarsi di tanta pazienza e di grandi scorte di perseveranza. Gli serviranno entrambe a piene mani. Consiglierei a qualsiasi autore di non mollare. A volte dirlo agli altri è più facile che ripeterlo a se stessi.


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