Intervista
Kanary Rose Ciao Elena Ungini grazie per essere qui con noi
Elena Ungini Valerio, puoi scrivere benissimo qui.
Elena Ungini Ciao a te Kanary Rose. Grazie per la disponibilità che il gruppo mi offre.
Kanary Rose Nella presentazione iniziale affermi che il tuo libro L'inferno dietro le sbarre racconta una storia vera di omicidio/suicido quando di vero contiene la storia?Come è nato questo libro?
Elena Ungini Il libro nasce da un progetto del giornale "La Provincia di Cremona", in collaborazione con "Apostrofo editore", un editore della zona, e fa parte di una collana di dieci volumi intitolata "Enigma", in cui dieci scrittori diversi hanno approfondito altrettanti casi di omicidi avvenuti in provincia di Cremona e rimasti senza soluzione.
Elena Ungini Di vero c'è quasi tutto: La storia mi è stata raccontata dalla zia del ragazzo protagonista: Michele. Il giovane viene accusato dell'omicidio del padre. Incarcerato, muore due mesi dopo, suicida. Di "non vero" ci sono i nomi di alcuni personaggi (i veri omicidi del padre di Michele), mai accusati, e la storia è stata "adattata" in alcuni punti. Ci sono anche certe cose che, per evitare querele o problemi, abbiamo dovuto omettere.
Kanary Rose Pensi di continuare nel scrivere questi racconti che attivano il lettore oppure vuoi sperimentare altro?
Valerio Sericano In parte mi hai già risposto, Elena, perché volevo farti una domanda a proposito del rischio che si corre nello scrivere una storia ispirata a un fatto di cronaca vera. Siccome l'ho fatto anch'io, adesso mi trovo nel dubbio di come pubblicare, con la paura che qualcuno possa sollevare rimostranze o addirittura denunciarmi. Tu ti senti tutelata sotto quest'aspetto?
Elena Ungini A dire la verità, ho scritto questa storia perché mi è sembrata una buona opportunità per farmi conoscere, ma non amo scrivere gialli o storie vere in generale: preferisco il fantasy o la fantascienza.
Elena Ungini Vedi Valerio, io ho avuto, per fortuna, la possibilità di parlare con l'editore di questo. Lui era comunque tutelato e sostenuto da un legale, ma alcune cose che riguardavano il carcere e la detenzione di Michele non me le ha lasciate proprio scrivere. Certo, è sempre meglio evitare di fare nomi e cognomi a meno che non si abbia il nulla osta da parte della persona citata.
Valerio Sericano Capisco. In effetti, ci vuole sempre molto circospezione quando si scrivono storie ispirate a fatti realmente accaduti. Complimenti per la versatilità, visto che dici di spaziare dal giallo al fantasy e alla fantascienza. Anche a me piace fare la stessa cosa, per cui ti faccio un'altra domanda. Alcuni autori non amano spaziare in generi diversi perché temono di smarrire la propria identità o di perdere i lettori precedentemente acquisiti. Tu come la pensi a riguardo?
Kanary Rose Io trovo che scrivere un libro che tratta di una storia vera fa capire al lettore quanta sofferenza e quanto odio ci stia dietro a quello che si commette.Se prendete le storie di cronaca di oggi quando ci sta di vero o di falso?
Elena Ungini Scusate il ritardo: avevo i biscotti nel forno. Per quanto riguarda la tua domanda, Valerio, ammetto che avevo paura di non saper scrivere un giallo e, alla fine, un giallo non l'ho scritto: ho visto la faccenda dalla parte di chi l'ha vissuta, cercando di raccontare, appunto come dice Kanary, tutta la disperazione di questo ragazzo e della sua zia, lasciati soli contro un mondo troppo crudele e insensibile.
Elena Ungini Non so quanto di vero ci sia nelle storie di cronaca del giorno d'oggi. So che la gente ormai è diventata quasi "immune" al dolore degli altri. Ho scelto proprio la storia di Michele perché poteva essere scritta sotto il profilo psicologico e morale, ed è quello che ho fatto. Ai miei lettori è comunque piaciuta molto, e questo mi fa molto piacere.
Valerio Sericano Ti capisco, perché la storia che ho scritto anch'io, pur trattando di un fatto di cronaca molto truce e doloroso, ho cercato di raccontarla al tuo stesso modo. Infatti sono convinto che non si debbano inseguire i generi o, peggio ancora, i potenziali lettori. Ognuno dovrebbe scrivere tirando fuori ciò che ha dentro, e basta. In questo ti sento molto simile a me, Elena. Forse anche perché stai parlando di infornare i biscotti e siccome oggi sono a casa, sto sentendo il profumo dei muffin che sta infornando mia moglie
Kanary Rose visto il genere che ami scrivere deduco che sia il genere che ami leggere... mi chiedo quali sono i fantasy che hai letto fino a oggi?!?
Elena Ungini Mi fa proprio piacere sapere che qualcun altro sta passando la giornata sfornando dolcetti. A me succede spesso perché la mia numerosa famiglia li adora, anche se io li faccio ma non li mangio. Non inseguo mai i generi e scrivo solo quello che piace a me, anche se sto lavorando come ghost writer (spero si scriva così, non so l'inglese) per alcuni amici. Uno dei libri a cui ho lavorato è già stato pubblicato e sembra che abbia anche un buon successo, ma sono storie che non sento affatto "mie", in nessun modo. restano dell'autore che le ha pensate e scritte in parte.
Kanary Rose 3 aggettivi per uno dei tuoi protagonisti maschili
3 aggettivi per una delle tue protagoniste femminili
E poi, quali dei tuoi protagonisti faresti incontrare, tra i vari tuoi libri!?
Kanary Rose Hai mai pensato di cambiare genere? Se sì, quale vorresti sperimentare?
Elena Ungini I fantasy che ho letto sono quelli di Harry Potter, parecchi di Terry Brooks ( tutto il ciclo di Shannara e altri), quelli di Cristopher Paolini, molti di Artemis Fowl (Colfer), e molti altri. Non sono mai riuscita a leggere "IL signore degli anelli", mi annoia troppo!
Elena Ungini Che buffa domanda, Kanary. Allora: 3 aggettivi per il protagonista maschile... affascinante, misterioso, bello da impazzire. tre per la protagonista femminile: dolce, fragile, innamorata pazza del protagonista maschile... fra i miei libri (contando, ovviamente, anche quelli non ancora pubblicati), potrei fare incontrare Steve Rowling (una specie di Fox Molder) con Giada, tenera fanciulla di un romanzo fantasy ambientato in un'epoca stile medievale. Sai che casino...
Elena Ungini Sperimentare un nuovo genere? Non so se lo vorrei fare. Ho provato a scrivere racconti neo-noir, ma non era la mia strada. Non ci riesco.
Katia Anelli Ciao! Una cremonese come me!!! i I tuoi romanzi possono essere letti anche da una bambina di dieci anni?
Elena Ungini Ciao Katia. Tu di dove sei? Se non ti va di scriverlo qui mandami un messaggio privato. Per quanto riguarda "L'Eletta", direi che forse è più adatto dai tredici anni in su. sai, c'è una storia d'amore...
Buon pomeriggio a tutti. Qui a Ostiano, il mio paese, è una giornata fantastica, piena di sole. Anche il freddo di stamane si è rintanato negli angoli, pronto a uscirne quando l'astro splendente scenderà dietro la curva dell'orizzonte. Un filo di vento si intreccia nei capelli, portando il profumo dell'autunno. Le tinte forti di questa nuova stagione ricamano gli alberi e i prati. Come mi piace tutto questo!
Carica come non mai sono qui per rispondere alle vostre domande.
Ho dimenticato di dirvi che i miei romanzi hanno spesso una particolarità: molte volte prendo frasi dalle canzoni che mi piacciono, e che siano attinenti con il testo, e le aggiungo al romanzo, per sottolineare un momento, un sentimento, un pensiero, per dare un'impronta più "musicale" alla storia. Per me la musica è molto importante.
Buon venerdì a tutti e buon week-end.
Kanary Rose Elena Ungini posta un estratto di uno dei tuoi romanzi che tieni di più
Elena Ungini Qualcosa da L'Eletta.
“Che cosa fai?” Chiese, ritraendosi stupito e quasi spaventato.
“Ti provo la febbre.” Sara agitò il termometro per farlo scendere, poi glielo infilò sotto un'ascella.
“Che cos'è?”
“Si chiama termometro. Serve per misurare la temperatura, e non ci credo che tu non ne abbia mai visto uno!”
“Pensala come vuoi... Che devo fare adesso?”
“Stare fermo per cinque minuti.”
Luan s'irrigidì.
“Guarda che puoi respirare! Intendo dire che non devi fare movimenti bruschi che potrebbero far cadere il termometro. Intanto, mangia qualcosa e poi prendi questa pastiglia di paracetamolo. Spero che tu non sia allergico. Immagino che tu non l'abbia mai preso, prima.”
“No. Non l'ho mai preso.” Ammise lui, mettendosi a mangiare le fette biscottate e sorseggiando il te che Sara gli aveva portato.
Quando mise in bocca la pastiglia, ingenuamente, la masticò.
“No! Che fai? Devi ingoiarla intera!”
“Intera?”
“Certo! E' così che si prendono le medicine! Accidenti! Sembri uno che non è mai stato ammalato prima d'ora!”
“A dire la verità non mi ricordo di essere mai stato ammalato. E questa cosa è orrenda: è terribilmente amara!” Esclamò, bevendo un sorso di te per riuscire a ingoiare la pastiglia.
Sara lo fissò, incredula:
“Okay: vieni da un posto freddo, ma non conosci la neve e non ti sei mai ammalato! Stai cercando di prendermi in giro alla grande?”
“No.”
Gli porse un bicchierino con le gocce per la tosse, disciolte in un poco d'acqua.
“Bevi.”
“Fa schifo!” Esclamò Luan dopo aver bevuto. Sara gli tolse il termometro.
“Trentanove e tre! Hai la febbre altissima. Prendi questo antibiotico, poi mettiti giù e riposati. Aspetta, ti alzo un po' il cuscino, così digerisci meglio. Metti questa boule piena di ghiaccio sulla testa e tienicela. Devi riposare e stare tranquillo.”
Luan si lasciò sistemare a letto come un bambino che si fa coccolare dalla mamma quando è malato, sorprendendo Sara, che non si aspettava una simile docilità da parte sua. Gli mise la boule del ghiaccio sulla testa, poi tornò a copiare i compiti.
“Come va?” S'informò quando ebbe finito.
“Sto sudando e mi sento veramente meglio. Quel tuo rapa... come diavolo si chiama sta funzionando!”
“Paracetamolo.” Lo corresse lei.
Sara si alzò e gli toccò la fronte:
“Sì. Stai decisamente meglio.
Altro estratto Per chi ha voglia di leggere, qualcosa di "piccante" (si fa per dire), da L'Eletta.
La settimana successiva passò senza particolari inconvenienti fino al venerdì mattina, quando tutti si recarono, piantine alla mano, alla lezione di Incantesimi.
“Vedo con piacere che le vostre piante stanno molto bene! Siete stati davvero molto bravi: alla fine della lezione potete riportarle in serra. Mi occuperò io di ripiantarle nella Foresta Incantata. Oggi ci cimenteremo in una prova un po' più complicata: sonderete il corpo del vostro compagno di banco per trovare eventuali problemi di salute. Infatti, per curare le malattie e le ferite, bisogna prima imparare a trovarle e riconoscerle.” Con un gesto della mano la professoressa fece sparire tutte le poltroncine e i tavolini.
“Ognuno di voi resti con il proprio compagno di banco. Uno dei due si sdraierà per terra, mentre l'altro sonderà il suo corpo appoggiandovi sopra le mani. Esistono dei punti cruciali dove appoggiarle: la testa, le spalle, il petto, le braccia, i polsi, i fianchi, le gambe, i piedi.” Disse, scrivendo alla lavagna le varie parti del corpo. “Dovrete trovare ogni più piccolo problema di salute dei vostri compagni. Poi annoterete tutto su un quaderno. Una volta completato l'esercizio, farete cambio di posizione con il vostro compagno, in modo che anche lui possa svolgere l'esercizio.”
Crisp fissò imbarazzato Silenty.
“Chi comincia?”
“Io mi stendo. Comincia tu.” La ragazza si sdraiò per terra e Crisp le poggiò le mani sulla testa: tutto a posto. Le spostò sulle spalle. Non sentiva nulla di anomalo. Le poggiò sulle braccia di lei, poi sui polsi.
“Sento qualcosa al polso destro.” Disse.
“Me lo sono slogato un paio di giorni fa. Ora è quasi a posto.”
Crisp tese le mani e le poggiò sul petto di Silenty, sfiorandolo appena.
“Guarda che così non funziona, Crisp. Appoggia le mani o non sentirai niente!” Lo riprese la prof.
Crisp poggiò le mani e sentì il cuore di Silenty battere molto velocemente.
“Sicura di stare bene?”
“Sì, perché?”
“Hai un battito molto accelerato.”
“Perché, tu no?”
Crisp rise. In effetti anche lui si sentiva balzare il cuore fuori dal petto.
Passò ai fianchi della ragazza, poi alle gambe, infine ai piedi.
“Tutto a posto, a parte il polso.”
“Ora tocca a te.” Crisp si distese e Silenty gli posò le mani sulla testa.
“Niente di particolare.” Passò alle spalle, poi al petto, alle braccia e ai polsi. Niente. Posò le mani sui fianchi di lui e, involontariamente, si mise a ridere: sondando mentalmente il suo corpo si era accorta di quanto fosse eccitato.
“Che hai da ridere?”
“Niente.” Passò alle gambe e disse:
“Hai avuto una frattura a una tibia, ma ora è a posto.”
“Sì. E' stato il primo anno di scuola: sono caduto da un albero mentre cercavo di salvare un gattino, che poi è sceso da solo.”
Silenty finì la "visita", poi gli disse:
“Sei a posto. L'unica cosa che ho rilevato è la frattura pregressa, e il fatto che ti servirebbe una doccia fredda...” Aggiunse sorridendo.
Crisp arrossì violentemente. "Accidenti alla prof di Incantesimi e ai suoi strani metodi di insegnamento!" Pensò.
Kanary Rose Progetti per il prossimo futuro?
Elena Ungini E chi lo sa. Romanzi nel cassetto ce ne sono tanti, al punto che non si chiude più. Spero di trovare presto altri editori oppure un cassetto più grande.
Kanary Rose Se qualcuno ti chiedesse di far diventare il tuo libro "L'inferno dietro le sbarre" un film accetteresti?
Elena Ungini Magari! Ma credo che dovrei contattare anche la zia di quel ragazzo, e sentire che cosa ha da dire anche lei in proposito!
Elena Ungini Questo è un romanzo non ancora pubblicato, per gli amanti di licantropi e vampiri.
Estratto verso la ragazza, incapace di guardare un così orribile spettacolo. Lei, invece, stava fissando il suo corpo che bruciava sul fuoco: Marco se ne accorgeva dal riverbero che illuminava le sue pupille, stranamente serene, quasi gioiose.
"Vieni qui", sussurrò lei, abbracciandolo. Marco si lasciò trasportare da quell'abbraccio: la strinse forte a sé, quasi a volerla proteggere, come se quella stretta potesse impedirle di andarsene. Lara cercò le sue labbra e lo baciò, un'ultima volta. poi si staccò da lui. Il fuoco, dietro di loro, divampava più forte che mai. Marco non aveva il coraggio di voltarsi. Lara indietreggiò, lentamente, scostandosi da lui. Il suo viso sembrava più radioso, quasi luminoso, adesso. Forse era il fuoco che la illuminava. Le sue pupille erano lucenti come stelle, in quel momento.
"And if you have to leave I whis that you would just leave'cause your presence still lingers here and it won't leave me alone!" (My Immortal- Evanescence)Per la prima volta, lei sorrise veramente, poi gli sussurrò, con un filo di voce:"Grazie!" Un istante dopo fu solo una luce, una luce splendente e vivida, che esplose davanti ai suoi occhi quasi accecandolo e volò via verso il cielo, nuova stella del firmamento.
IMMORTALE Elena Ungini
Kanary Rose grazie per essere stata qui con noi
Elena Ungini grazie a te
Kanary Rose grazie per essere stata qui con noi
Elena Ungini grazie a te
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