13 ottobre 2015

Recensione: "La casa sfitta" di AA.VV



Mute testimoni di relazioni umane, le mura di una casa custodiscono nel silenzio i segreti degli uomini che le hanno abitate. Eppure certe case hanno assorbito così profondamente il loro contenuto, che esso si palesa all'esterno in tutto il suo inquietante aspetto. Nido, o prigione? Quale mistero avvolge la casa sfitta che ossessiona la signora Sophonisba? Cosa si cela dietro le persiane scorticate e il fango che oscura i vetri dai quali nessuno parrebbe più affacciarsi? Due investigatori speciali tenteranno di mettere pace nel cuore della loro prediletta: il fedele Trottle e il premuroso Jarber si sfideranno a colpi di manoscritti, di senili e tenere scenate di gelosia, e di coraggiose sortite nella casa. Mettetevi comodi: un regista d'eccezione come Charles Dickens ha scritturato i migliori autori sulla piazza per svelare, attraverso un intreccio impeccabile e una scrittura potente che lasciano semplicemente senza fiato, l'arcano della perturbante casa sfitta.



Questo romanzo è una specie di piccola antologia, tipicamente Dickensoniana nell'intreccio a volte, prevedibile ma intrigante nei personaggi che entrano ed escono dalla narrazione dopo un solo quanto glorioso atto, e nel tracciare la storia in maniera memorabile. Il contributo degli autori ha trasformato quello che sarebbe stato un bel racconto in un bellissimo puzzle di storie. La signora Sophonisba è un'anziana donna sola e benestante che non sta bene di salute e quindi, su consiglio del medico, decide di trasferirsi a Londra. E' aiutata dal suo "cameriere tuttofare" Mr. Trottle e coccolata dall'affetto dell'ex spasimante, Mr. Jarber. La casa scelta da Mr. Trottle si trova di fronte ad un'altra in evidente stato di decadenza. Un giorno la signora Sophonisba, mentre si trova alla finestra ad osservare incuriosita l'altra casa, ha come l'impressione che un occhio la osservi. Questo episodio genera una sorta di ossessione nella signora quindi, l'unica cosa che può fare è richiedere la storia che aleggia attorno a quella casa. Jarber "lo spasimante" si offre volontario per indagare, ma tutto questo non va giù al nostro tuttofare Mr. Trottle, che vede questa ingerenza non proprio positiva. Dal canto suo, Mr. Jaber ricaverà dalle sue ricerche solo storie personali che riguardano i vecchi abitanti della casa, quelli che si sono avvicendati nel tempo. Cosa nasconde in realtà la casa? Questo è quello che si chiede la protagonista e sinceramente anche io. E l'occhio visto di recente, di chi è? Si parla di un luogo disabitato da anni, un'occhio compare là dove non doveva esserci e il mistero s'infittisce. Il colpo decisivo arriva quando il fedele Mr. Trottle porterà alla luce il terribile segreto che avvolge la casa. Ho trovato questa lettura davvero scorrevole, dallo stile lineare e senza intrecci retorici. Una trama che rapisce il lettore, non lo lascia e non lo distrae anzi ne attrae l'attenzione. Ringrazio la casa editrice Jo March per aver tradotto questo splendido classico, in inverno un buon classico riscalda più di un maglione. Il mio consiglio è quello di leggerlo con una buona tazza di the e un buon fuoco scoppiettante nel caminetto.






Nessun commento:

Posta un commento