Johnny e Benedict sono vissuti
sempre insieme, uniti e solidali come fratelli. La loro non è stata un'infanzia
comune: il Vecchio li ha portati con sé sulle montagne e nei deserti e loro
hanno fatto tesoro della libertà selvaggia e primitiva che la natura offre a
chi non ha legami né obblighi con il mondo. Tutto, però, finisce quando il
Vecchio mette le mani su un vero tesoro: un enorme, impagabile, purissimo
diamante che gli consente di fondare un impero di potenza e ricchezza, la Van
Der Byl Diamond Company. Un cambiamento troppo radicale per non far crollare
anche la più salda delle amicizie. Benedict, diventato un viscido, immorale e
corrotto affarista, comincia a fare di tutto per screditare il leale e onesto
Johnny agli occhi del padre. E ci riesce perché il Vecchio non accetta l'idea
che Johnny, figlio adottivo, abbia più successo - nella vita e negli affari -
del suo primogenito. La vendetta scatta, inattesa, alla morte di Van Der Byl:
il testamento metterà i due uomini l’uno contro l'altro, in un finale di
partita che potrebbe consentire a Benedict di gustare il piacere della vendetta
definitiva. E sarà, come sempre in Wilbur Smith, una battaglia all'ultimo
sangue, dispiegata nelle acque del Sudafrica in un combattimento fatto di
scontri frontali, ma costellato anche di colpi bassi e di attacchi sleali.
Cacciatori di diamanti alterna, in perfetto equilibrio, una sottile trama
psicologica e una sfrenata, esaltante, tesissima azione in cui, come sempre,
Smith dimostra la sua strabiliante capacità di coinvolgere il lettore,
facendolo partecipare in presa diretta a un indimenticabile duello finale. E se
Johnny vorrà vincere, dovrà combattere aspramente perché, spesso, la malvagità
umana è più tenace e solida di un inattaccabile diamante.
Inizio col dire che già conosco
Wilbur Smith perché ho letto la saga degli Egizi e mi ha molto appassionata,
sia nel modo scorrevole in cui è scritta, sia nelle informazioni contenute
persino nei più piccoli dettagli di quell’epoca.
Anche in questo romanzo non si è
smentito. Infatti, devo dire che ho imparato un bel po’ di cose sui diamanti…
Ma veniamo alla storia.
Benedict e Jonny sono fratelli,
anche se non di sangue. Benedict, infatti, è il figlio naturale del
“vecchio”Van Der Byl, mentre Jonny è figlio adottivo, nonostante vivono
insieme. In aggiunta, Benedict ha una sorella, Tracy, inseparabile da loro.
Il vecchio li porta sempre con
sé, nelle montagne, nei deserti, in mezzo alla natura selvaggia, sempre in
cerca di diamanti.
Tutto cambia, però, quando il vecchio
Van Der Byl trova un diamante che lo fa diventare ricco, come ha sempre
sperato. Da quel diamante nasce un impero, la Van Der Byl Diamond Company.
Benedict, a quel punto, però,
vuole tutto per sé e non è disposto a condividere con Jonny. Per giungere al
suo scopo, farà di tutto in modo da
screditarlo agli occhi del vecchio.
Quando poi il vecchio morirà
lascerà un testamento che metterà i due l’uno contro l’altro. In mezzo a questa
disputa tra fratellastri, però, comincia a nascere un sentimento tra Tracy, che
non approva le tecniche di Benedict, e Jonny…
Da questo momento in poi, la
storia si arricchisce di colpi di scena e intrighi.
Insomma, devo dire che non mi
sono proprio annoiata, anzi. Proprio un libro brillante!
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